Ai nostri microfoni, le dichiarazioni dell’ex biancorosso sulla finale playoff

“L’1-1 è un buon risultato ma bisogna mantenere alta la concentrazione”. Angelo Terracenere mette in guardia la formazione biancorossa in vista della finale di ritorno in programma domenica sera al San Nicola. Ad Antenucci e compagni basterà un pareggio per portare a casa la promozione ma l’ex centrocampista preferisce mantenere i piedi per terra: “La qualificazione resta in bilico, con 50% di probabilità per entrambe – ha continuato -. Il Bari non deve fare l’errore di attendere il Cagliari e pensare al pareggio”.

Bari-Cagliari è per te una partita speciale.

“Sì, segnai il primo gol in serie A contro i sardi. Fu un gran bel gol, con un tiro a giro a Ielpo. Vincemmo 4-1”.

Che impressione ti ha fatto il Bari a Cagliari?

“Mi ha sbalordito. Non avevo mai visto il Bari giocare così bene: spavaldo, sicuro, offensivo. Il risultato è stato stretto, avrebbe meritato di vincere”.

Un passo indietro: ti aspettavi un simile campionato del Bari?

“Onestamente no. Bisogna fare i complimenti alla squadra per il terzo posto e la finale playoff raggiunta. Con gran parte di calciatori provenienti dalla serie C, ha disputato un campionato strepitoso. Non sempre il Bari si è espresso al meglio ma ha mostrato grandi qualità tecniche e tattiche. Con il passare delle giornate, la squadra ha acquisito consapevolezza nei propri mezzi”.

Merito di Mignani?

“All’esordio in serie B, ha dimostrato di essere abbondantemente all’altezza della situazione. Ha sfruttato ogni caratteristica dei calciatori che ha avuto a disposizione. In caso di promozione va assolutamente confermato”.

C’è un Terracenere nel Bari attuale?

“Direi Maiello, anche se qualcuno mi paragonava anche a Maita. Io mi rivedo più nel primo perché riesce ad abbinare quantità e qualità. Inoltre, dà un grande equilibrio alla squadra. Lui e Maita hanno ricoperto un peso specifico importante nel centrocampo biancorosso”.

Se potessi sostituirti a Mignani, cosa diresti ai ragazzi prima di entrare in campo?

“Direi al gruppo di pensare di essere i più forti di tutti, senza badare troppo agli avversari. Lo facevo quando giocavo, condividendo lo spogliatoio con Joao Paulo, Platt, Boban. In campo cercavo di trasmettere il pensiero di non mollare mai”.

Sarai al San Nicola per la finale?

“No, e mi dispiace. In tal senso, devo fare una piccola critica alla società. Avrebbe potuto riservare un tagliando per i calciatori più rappresentativi e con più presene della storia del Bari. Purtroppo, non sono riuscito ad accaparrarmi un biglietto quando è partita la vendita”.