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Quando il calcio è ancora poesia: il ritorno a Cagliari di Claudio Ranieri

 

Quasi come in un film, oltre trent’anni fa promise che un giorno sarebbe tornato sulla panchina rossoblù. Promessa mantenuta

Probabilmente non c’è stato momento migliore per un ritorno alle origini. Claudio Ranieri, signore del calcio, tecnico stimato a tutte le latitudini, non ha mai dimenticato la sua Isola felice. Quella dove tutto ebbe inizio, il suo trampolino magico. A Cagliari diventò allenatore di calcio, allenatore vero. In quel lontano 1988 arrivò tra il disinteresse generale, lavorando sulle macerie di un fallimento sfiorato, per poi far traboccare lo stadio Amsicora prima e il Sant’Elia poi, riaccendendo un entusiasmo che da quelle parti era ormai sopito da tempo.

Oggi come allora: il disamore per il Cagliari da parte dei tifosi aveva raggiunto un livello di guardia molto pericoloso. Anni di acquisti sbagliati, risultati sportivi da incubo e una retrocessione che, per come si è consumata, richiede ancora spiegazioni che abbiano un senso. È stato così che Tommaso Giulini si è convinto della bontà dell’operazione: onerosa, certo, ma tutt’altro che un salto nel buio. A Cagliari non si era mai sentito uno stadio intero cantare contro un allenatore (Liverani): non certo una bel momento, ma tant’è. Esonero inevitabile. L’ultima goccia di una stagione (l’ennesima) nata sotto la stella sbagliata. Il ritorno di Claudio Ranieri ha avuto subito due grandi risultati: ha ricompattato l’ambiente, i tifosi, gli addetti ai lavori, dando fiducia a uno spogliatoio mortificato da troppe battaglie perse. Oltre questo, la speranza: quella di un calcio che, ancora oggi e nonostante tutto, riesce ancora a far innamorare la gente.

Andrea Dessì

 

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1 anno fa

Senza offesa ma Ranieri è cotto,tutto fumo niente arrosto, meglio se chiude tutto,Può andare in pensione, ha fatto una buona ed ottima carriera, perché uscire di scena in modo ridicolo

Sant'EfisioPensaciTu
Sant'EfisioPensaciTu
1 anno fa

No che non ti scuso. Ranieri portò il Cagliari in A in due anni partendo dalla serie C1. Fu la prima squadra nella storia a riuscire nell’impresa. Correva l’anno 1988/89. Poi, solo dopo averlo salvato, ringraziò tutti (compresi Matteoli Fonseca e Francescoli…) e si accomodò a Napoli. Da allora non tornò più in Sardegna ad allenare i rossoblù, proprio per il timore di rovinare i tanti bei ricordi lasciati. In Sardegna è un mito, ciò che fece a Cagliari si può paragonare a ciò che fece col Leicester quasi 30 anni dopo. Ora è tornato perché si sente pronto a tentare una nuova impresa che potrebbe riuscirgli come no. Ma da qui a dire che è cotto ce ne passa.

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