La politica sul mercato del club dei De Laurentiis quest’anno sembra essere abbastanza diversa
Una nuova stagione calcistica è agli albori e con essa si rinnovano obiettivi e ambizioni delle varie società. Molti tifosi del Bari, ad ogni modo, hanno ancora negli occhi le immagini della finale playoff persa in malo modo al Mapei Stadium contro la Reggiana. In quella partita sono andate in fumo le speranze di centrare la doppia promozione dei galletti e il sogno Serie B è svanito, almeno per ora.
Per tanti è stato un brusco risveglio, per altri, invece, il naturale epilogo di una stagione nata male, segnata da un cambio in panchina dopo sole cinque giornate. Le ragioni dell’insuccesso, però, non possono essere ascritte solo alla falsa partenza in campionato, ma hanno radici più profonde che affondano nella campagna acquisti dell’estate 2019. In quella sessione si costruì una squadra per giocare con i due moduli 4-3-3 o 4-4-2, che poi è stata costretta a giocare prima col 3-5-2 e poi col 4-3-1-2. Inevitabile potessero sorgere delle complicazioni come poi è avvenuto. Un altro aspetto critico è stato quello legato a un mix creato male: nel Bari c’erano tanti giocatori over 30, pochi giovani, molti elementi simili tra loro e soprattutto pochi giocatori di Serie C. In molti, infatti, provenivano da categorie superiori ma l’unico a far davvero la differenza è stato Antenucci.
Non stupisce che alla fine della tribolata stagione 2019/2020, la dirigenza biancorossa abbia optato per un reset del comparto tecnico, sostituendo direttore sportivo e allenatore. Via Scala e Vivarini, dentro Romairone e Auteri e il Bari cambia volto e filosofia. Con il dirigente ligure, che ha lavorato per Carpi, Spezia e Chievo, la proprietà biancorossa vuole sposare una nuova linea: Romairone, per sua stessa ammissione durante la conferenza stampa in cui è stato presentato, ha dichiarato di essere stato chiamato per costruire una squadra centrata sulla categoria.
Partendo da una buona base di calciatori di proprietà, il Bari punterà dunque ad individuare profili ideali per la Serie C (non è un caso che i nomi circolati fino ad ora siano quelli di calciatori poco noti come Candellone, Andreoni e D’Orazio) per puntellare l’organico e ottenere un mix tra calciatori di categoria superiore e veterani della terza serie, un po’ com’è stata la Reggina che nello scorso torneo ha dominato il Girone C. Ciò non esclude a priori che possa arrivare qualche nome importante, ma fa capire quale sarà la logica con cui verrà condotto il mercato biancorosso, con l’obiettivo di non ripetere gli stessi errori del recente passato.