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Emergenza coronavirus, Tommasi: “Taglio degli stipendi? Il vertice pensi alle leghe minori”

Il Presidente dell’Associazione Calciatori ha evidenziato che in questo momento i club devono pensare completamente a tutelare il sistema calcio

Intervenuto sabato mattina alla trasmissione “Notizie Oggi” su Canale Italia, il presidente AIC Damiano Tommasi, commentando l’attuale momento del calcio, ha evidenziato che nelle serie minori “ci sono due aspetti da tenere in considerazione: il livello delle retribuzioni, che non è certo quello che la gente immagina, perché sono retribuzioni normali per vivere, e la sopravvivenza dei club legate ad aziende di riferimento con proprietari che dovranno valutare se dedicarsi soltanto alle loro attività e non più al calcio. In questo momento è necessario ragionare a 360 gradi perché dobbiamo tutelare l’intero sistema calcio”.

La salute per noi rimane una priorità. – ha proseguito Tommasi – Il rischio, non solo nel calcio ma anche in altri settori produttivi, è che si continuano ad accavallare troppo esigenze su salute e ripresa, fino ad arrivare a non capire se sia più grave l’emergenza sanitaria o quella economica. Nel calcio ripartire senza la necessaria sicurezza significherebbe rischiare nuovi contagi e bloccare nuovamente tutto. Serve totale sicurezza”.

Su una possibile data per la ripresa dell’attività, il Presidente dell’AIC ha ribadito che “i programmi non li può dettare nessuno, né la UEFA né la FIFA, né la FIGC né la stessa Associazione Calciatori. Li detta il Coronavirus e noi purtroppo siamo chiamati a ragionare sui programmi nella totale incertezza su quando poter tornare in campo”.

Sul taglio degli stipendi Tommasi ha concluso: “Da quando è nata l’AIC nel 1968, definita come il sindacato dei nababbi, il calciatore è visto come quello che guadagna troppo. Il taglio degli stipendi, unito all’esigenza di gestire la crisi economica, diventa quindi un tema fin troppo facile condito da molta demagogia. È chiaro che i calciatori faranno la loro parte e dobbiamo capire cosa faranno gli altri, dalle Leghe alla FIGC fino a UEFA e FIFA, perché abbiamo detto che non ci sono solo calciatori di fascia alta ma esistono anche i calciatori di Lega Pro, i dilettanti, il calcio femminile e si rischia che questa parte scompaia. Ora la parte del vertice deve pensare alla base della piramide”.

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Enzo
Enzo
4 anni fa

Il momento è difficile e complesso per tutti i settori produttivi ” lavorativi ” nazionali.
A riguardo della LegaPro ,ci sono calciatori di fascia A e quelli di fascia B.
I più blasonati,naturalmente, sono quelli di levatura superiore alla categoria,con contratti economici molto elevati e dignitosi,i quali si distinguono da tutti gli altri.
Un ridimensionamento dello stipendio di un paio di mesi penso che non sia riconducibile ad una precaria crisi economica di vita per loro.
C’è di peggio in giro!
Alla ripresa del campionato,-se prima o dopo-,tutto si aggiusterà nel miglior modo possibile.
Fiducia!

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