Il nuovo tecnico sta cercando di inculcare la sua visione di gioco nei calciatori biancorossi: dopo una settimana di lavoro piena c’è grande curiosità per vederli all’opera
Poter lavorare per 8 giorni consecutivamente con la squadra dev’essere stato un vero e proprio sollievo per Vincenzo Vivarini, che all’inizio della sua avventura come tecnico del Bari era stato catapultato in panchina dopo un solo allenamento per dirigere la squadra nel turno infrasettimanale con il Monopoli. Una partita cui ha fatto seguito appena tre giorni dopo un secondo impegno, questa volta in trasferta sul campo del Picerno.
Con pochi allenamenti e due gare ravvicinate, era difficile poter vedere progressi tra i biancorossi, eppure già nel secondo match agli ordini del coach abruzzese, i biancorossi aveva mostrato alcune trame di gioco e movimenti mai visti prima in stagione. Ora, dopo più di una settimana di lavoro, la curiosità per vedere all’opera i galletti è tanta.
Sulle pagine de La Gazzetta del Mezzogiorno in edicola oggi, viene evidenziato come, durante le sedute di questi giorni Vivarini abbia insistito moltissimo sull’organizzazione di gioco, cercando di far memorizzare i propri schemi e inistendo molto su alcuni concetti come la squadra corta, il pressing alto e l’intensità (aspetti che in parte si sono intravisti già a Potenza col Picerno).
Il quotidiano mette inoltre in risalto la ricerca della profondità offensiva da parte del tecnico di Ari: anche per questo nelle due partite in cui ha guidato i biancorossi, Vivarini ha puntato prima su D’Ursi e poi su Simeri come partner di Antenucci. Ora un’ulteriore missione del nuovo allenatore è quella di recuperare il ricco patrimonio offensivo costituito da esterni come Floriano, Neglia e Terrani che potrebbero essere valorizzati con un cambio di modulo.