Il tecnico che ha guidato i galletti da febbraio a maggio del 2011 vive nel bergamasco, tra le zone più colpite dall’epidemia di coronavirus.
A Bari, in soli quattro mesi, da febbraio a maggio 2011, ha vissuto la retrocessione in serie B, l’esplosione dello scandalo scommesse, l’addio della famiglia Matarrese. Nulla, però, al confronto di quanto Bortolo Mutti sta vedendo da un mese a questa parte. L’allenatore lombardo, infatti, è a casa sua, a Trescore Balneario, paese a pochi chilometri da Bergamo. Una delle aree più colpite dall’epidemia di coronavirus.
“Fisicamente sto bene – racconta Mutti -, mi sono sempre considerato una persona coraggiosa. Non ho mai avuto timore di tuffarmi anche nelle avventure più complesse sul piano professionale. Ma ora sono pervaso dall’angoscia. Da lontano non si può nemmeno immaginare che cosa stia accadendo. Qui, nel mio paese, sembra di essere in guerra. Le sirene si ascoltano dalle prime ore del mattino fino a tarda sera. Spesso non trascorrono tre ore prima di udire una campana che annuncia un decesso. Viviamo barricati in casa. Proviamo a proteggere per quanto possibile i nostri cari. Sia io, sia mia moglie abbiamo genitori anziani, ma siamo preoccupati pure per i nostri figli. Questa malattia non fa distinzioni. Tanti giovani hanno avuto forme gravi. L’isolamento al momento è l’unica soluzione. In questo dramma siamo tutti sulla stessa barca, Nord e Sud. Questa storia è stata gestita male fin dall’inizio. Eppure, tutti sapevamo che cosa accadesse in Cina e quali fossero le contromosse. Si è aspettato troppo per prendere misure restrittive che andavano adottate immediatamente: si sarebbero risparmiate tante vite. L’Italia, invece, si è messa di spalle. La nostra zona è un grande polo industriale, ma non per questo andava sopravvalutata. Ora siamo in ginocchio: sul piano sanitario, su quello economico”.
Un atteggiamento tenuto anche dal mondo dello sport: “Il mondo sportivo ha confermato tutta la sua ipocrisia”, rileva Mutti. “Stadi chiusi e poi aperti, polemiche sulle date dei recuperi, discussioni su come si deve ripartire. Sento persino parlare di modifiche alle regole. Ma dove mai si è visto che campionati partiti con un regolamento terminino con altre norme? Lo sport si faccia da parte adesso. E quando finalmente si potrà ricominciare, che lo si faccia nel rispetto di tutti. Senza pensare a quanto tempo ci vorrà”.
Quindi, l’appello ai baresi. “Se i contagi sono per ora contenuti, sappiate sfruttare questa opportunità. State in casa, non fate vita sociale. Fatelo per la salute dei vostri cari. Dovete evitare l’emergenza che si vive in Lombardia. A tutti i costi. Parlo ai baresi con grande trasporto. Il mio periodo biancorosso è stato complicato, ma non dimenticherò mai il rispetto verso la mia persona. Ho cercato di far capire che sul campo si può perdere, ma per la dignità si deve sempre lottare. La gente mi ha riconosciuto questo valore e non lo dimenticherò mai. Bari ha sofferto tanto per il calcio, non lo meritava. Lo sport, tuttavia, offre sempre l’opportunità di rialzarsi. Ma qui parliamo di problemi ben più gravi. Non sopporterei di vedere anche lì scene che ogni giorno vedo a casa mia”.
Brava persona…in bocca al lupo…speriamo di riaverlo presto a Bari
Grande mister
Aprile deve giocare noooooo
Grazie mister, in bocca al lupo a lei e tutti coloro che li, più che altrove, soffrono. Cari baresi ascoltare please