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Bari, Vicari: “L’11 giugno una botta molto forte. Il gol? Strafelice perché servito per la vittoria”

Il centrale difensivo biancorosso si racconta in conferenza stampa a qualche giorno di distanza dalla vittoria di Brescia

IL GOL E IL RITORNO ALLA VITTORIA – “Sono strafelice, soprattutto per il fatto che il mio gol è servito per la vittoria della squadra, la cosa di cui ad oggi avevamo più bisogno. Quello che serve adesso è la continuità, sappiamo che la classifica è corta e dobbiamo essere bravi e fortunati nel fare altri risultati”.

IL RENDIMENTO REALIZZATIVO – “Il gol è un aspetto su cui devo lavorare e migliorare, i numeri sono molto bassi rispetto a quello che potrei fare”.

BLOCCO PSICOLOGICO – “Noi siamo i primi a stare male quando non riusciamo a fare i risultati, siamo i primi a dispiacerci. Eravamo bloccati mentalmente, a Brescia siamo riusciti a trascinare tutti e insieme siamo riusciti a ribaltare il risultato. Queste vittorie portano entusiasmo, portano voglia. Dopo tutto questo tempo le apprezzi ancora di più”.

MODULI DI GIOCO E NUOVE RICHIESTE – “Dell’aspetto tattico deve parlare il mister, noi dobbiamo essere solo a disposizione dello staff, dobbiamo essere molto elastici. Difesa a tre o difesa a quattro? Per me non cambia tanto, al di là dei moduli è il modo di fare le cose che cambia le cose. Quando subentra un allenatore ci sono tanti aspetti da cambiare. Il mister ha cercato di lavorare da un punto di vista mentale perché ci ha trovati giù di morale”.

ZUZEK E MATINO – “Non mi piace parlare dei singoli, è la squadra che fa la differenza. Zuzek e Matino sono ragazzi bravi e forti, non sono d’accordo sul fatto che non hanno dato sicurezza. Hanno fatto sempre bene, al massimo si può parlare di episodi negativi per loro. Non ci saranno problemi, chiunque mancherà sarà sostituito da calciatori all’altezza”.

PICCOLA PROBLEMA FISICO – “C’è stato un piccolo problemino prima di Brescia, lo stiamo monitorando giorno dopo giorno, ma nel complesso sto bene”.

LA SERIE A – “E’ un rapporto molto logorante. E’ stata un’esperienza unica, ho vissuto tre anni fantastici. L’11 giugno per me è stata una botta molto forte, era un sogno raggiungere la Serie A sul campo. Il mio sogno resta questo, spero che si realizzi”.

BRENNO – “Quando un ragazzo non parla bene la lingua è sempre difficile. Spesso mi metto nei suoi panni e immagino quanto possa essere difficile. Si sta mettendo a disposizione, sta imparando l’italiano. E’ normale che alcune incomprensioni ci possano essere sul campo”.

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