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Il commento. Bari, il margine d’errore è al minimo: d’ora in poi testa, cuore e furore!

La batosta contro la Ternana si è avvertita sia sulla classifica, sia all’interno del club. Ma dopo tante parole ora serve una vera reazione. Anche dalla proprietà

La sconfitta contro la Ternana fa male. Anche a distanza di giorni. Basta guardare la classifica: il Bari al terzo posto a tre lunghezze dal Teramo e a sette dagli umbri. Impossibile non pensare ad un altro torneo in rincorsa, con lo spauracchio di quella lotteria impronosticabile che risponde al nome dei playoff. Inutile negarlo: la situazione è complessa. Non è semplice recuperare un tale svantaggio (sebbene i Galletti abbiano una gara in meno) da una compagine forte, rodata e lanciata come la Ternana. Ne sono consapevoli tutti all’interno del clan biancorosso. Non a caso, è stata la settimana dei confronti, delle conferenze stampa del ds Romairone e del tecnico Auteri. E’ trapelata la voglia di lottare fino in fondo per il massimo obiettivo, di provarci con tutte le forze, senza arrendersi. Propositi apprezzabili e doverosi da ribadire. Perchè, in fondo, sono trascorse appena undici giornate: un lasso di tempo troppo breve per abbandonare qualsiasi traguardo.

Ora, però, non c’è altro tempo da perdere. Bisogna pedalare al massimo dei giri, in ogni componente del club. Auteri dovrà trovare alla svelta un assetto equilibrato ed al contempo vincente, anche a costo di snaturare le sue idee intuendo velocemente quanti elementi potranno davvero essere utili fino al termine del torneo e quali no. Romairone dovrà scandagliare il mercato per individuare gli eventuali rinforzi da inserire nel mercato di gennaio. La squadra dovrà esprimere il massimo sforzo per cercare di imporsi contro qualunque avversario, in ogni campo. Dove non arriverà la brillantezza, servirà supplire la lucidità mentale, dove non riuscirà la tecnica dovrà intervenire il cuore, oltre ogni ostacolo. E nei casi in cui la condizione non fosse al top, bisognerà compensare con il furore ai massimi livelli. Non si può prescindere da queste doti. E sarà chiamata a fare la sua parte anche la proprietà. L’alibi della pandemia, del cambio di management, di un mercato imbastito in un mese può anche essere riconosciuto. Ma ora il tempo per programmare non manca. Se sarà necessario intervenire, lo si dovrà fare senza calcoli. Gli investimenti saranno ripagati dalla promozione. Ma soltanto rischiare di restare in C per il terzo anno di fila, sarebbe un colpo letale ad una piazza che ha sofferto troppo negli ultimi nove anni. E che cadrebbe inevitabilmente nell’indifferenza e nell’apatia. Con una serie di conseguenze catastrofiche. Dunque, meglio darsi da fare. I mezzi e le competenze davvero non mancano.

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