La sfida contro la Spal ha dimostrato che Auteri può contare su una squadra di qualità grazie anche agli acquisti del mercato estivo
Il Bari è fuori dalla Coppa Italia, ma ne esce a testa altissima, dimostrando tanta grinta a centrocampo, concentrazione e ordine nel rispettare i ruoli e un gioco coraggioso e palla a terra. Questo grazie ai metodi di allenamento e ai dettami di mister Auteri che ha letteralmente ribaltato il lavoro di Cornacchini, prima, e di Vivarini, poi. Schema diverso, movimenti in campo diversi e atteggiamento differente.
Un cambio di rotta, almeno per quanto visto ieri in Coppa a differenza della prima di campionato, dovuto anche grazie ai nuovi arrivi dal mercato di agosto. Minelli, De Risio, Andreoni e Celiento su tutti hanno dimostrato di essere già pronti per il Bari e per Auteri, mettendo in campo una grande prestazione, attenta e mai compassata. La difesa, completata da Perrotta, e supportata da Semenzato e Andreoni si è destreggiata benissimo, chiudendo tutti gli spazi e lasciando solo le briciole ad attaccanti di valore come Paloschi, Floccari e Castro, con Esposito, rivelazione e vero pericolo della serata. Dietro di loro Marfella è stato poco impegnato ma ha sempre risposto prontamente, anche in situazioni poco agevoli.
A centrocampo De Risio ha giocato una gara di spessore, sempre pronto a raddoppiare, mordendo le caviglie degli avversari e chiudendo le porte della mediana. Un atteggiamento che ha favorito anche Maita. Lui aveva già dimostrato di essere un ottimo giocatore ma se l’anno scorso si è trovato spesso solo a fronteggiare il centrocampo avversario, quest’anno può contare su un compagno di reparto che gli permette di faticare di meno e dividersi le incombenze, allungando la longevità della concentrazione e lucidità nell’arco dei 90 minuti. Nota dolente quella di Semenzato, non ancora pronto e a volte spaesato, ma il ragazzo ha ogni alibi per il fatto di essere in gruppo da poche ore.
Il reparto offensivo non ha fatto malissimo ma è evidente che Corsinelli nel tridente d’attacco è un esperimento e manca l’affiatamento tra D’Ursi e Candellone. Così come è evidente la mancanza di un altro attaccante alla Antenucci, in grado di fare la differenza. Quando lui e Marras entrano in campo è evidente il cambio di passo e la maggiore qualità nelle giocate.