L’emergenza sanitaria impedisce a tanti componenti del team biancorosso di tornare dalle famiglie: i casi di Scala e Vivarini.
Il Coronavirus ha isolato gran parte dello stato maggiore del Bari. Dirigenti e staff tecnico si sono ritrovati bloccati in città, sede del contratto di lavoro, ma privi dell’attività quotidiana sul campo, lontano dagli affetti più cari. La squadra biancorossa ha giocato a Catanzaro lo scorso 9 marzo l’ultimo impegno prima dello stop di tutti i campionati. In quel momento, il decreto del Consiglio dei Ministri che disponeva le modalità sugli spostamenti era già in vigore. Quindi, una volta rientrato dalla Calabria, il team dei galletti al completo è rimasto confinato nel capoluogo pugliese.
A cominciare dal direttore sportivo Matteo Scala che ha famiglia a Genova: il dirigente ligure, tuttavia, è più che mai impegnato. Tra piani organizzativi, varie ipotesi di ripresa delle attività, contatti ininterrotti con il presidente Luigi De Laurentiis, a sua volta rientrato a Roma. Non manca lo studio delle situazioni contrattuali, se davvero fosse necessario rivedere alcuni parametri per terminare il campionato in caso di allungamento del torneo oltre le date inizialmente fissate. Non è un momento facile pure per Vincenzo Vivarini: la moglie Rossella e le figlie Ilaria e Flavia sono a Pescara, in continuo contatto con il coach di Ari, ma pur sempre separati, senza garanzie del momento in cui potranno rivedersi. In Abruzzo c’è tutto il suo mondo: i sette cani da caccia, gli amici di una vita, i ritrovi. L’allenatore abruzzese passa le giornate analizzando video, seguendo gare disputate nelle scorse settimane dagli avversari biancorossi, cercando nuove mosse per migliorare la sua creatura. Si informa quotidianamente sulla salute del gruppo, si aggiorna sulle conseguenze che l’emergenza sanitaria sta causando e su quali potrebbero essere le ripercussioni sullo sport e sulla stagione dei galletti, sperando che al più presto si possa intravedere un barlume di speranza per un ritorno alla normalità. Nella stessa situazione si trova pure il suo secondo, Andrea Milani, originario di Latina, così come i preparatori Antonio Dal Fosco e Luca Lancioni o il collaboratore di campo Luca Cacioli che ha radici in Toscana. L’unico dello staff tecnico che ha potuto ricongiungersi con i suoi cari è il preparatore dei portieri Roberto Maurantonio, barese. I calciatori con famiglia, invece, avevano già trasferito fin dalla scorsa estate moglie e figli a Bari, così come molti convivono con le fidanzate. Le giornate sono lunghe, gli svaghi limitati, i dubbi moltissimi. Nel suo piccolo, pure il mondo biancorosso non sta passando un frangente semplice.