Laribi il top player arrivato nella campagna trasferimenti invernale. Qualche rimpianto per quell’ultimo colpo rimasto in canna…

12 operazioni: cinque acquisti, sette partenze. Il mercato invernale del Bari è stato nel complesso abbastanza movimentato. Karim Laribi è il nome che caratterizza la campagna acquisti biancorossa di gennaio. Il 28enne italo-tunisino è considerato un profilo di alta fascia in serie B, figurarsi quale lusso rappresenti per la C. Con lui Vivarini deve aver trovato il salto di qualità sulla trequarti: classe, inventiva, personalità ed anche qualche gol dovrebbero essere assolutamente nelle corde del fantasista arrivato dall’Empoli. Nome forte per la categoria è pure quello di Matteo Ciofani che potrà garantire esperienza e tante soluzioni alla difesa, potendo giocare da laterale su entrambe le corsie o da centrale puro. Per il resto, si è trattato di operazioni completamento, puntando su elementi più funzionali al 4-3-1-2 e già esperti nel campionato di C: da Maita, Pinto e Costantino si attende quel furore tipico di chi abbia tra le mani l’occasione della vita in una grande piazza.

Poco da eccepire pure sulle partenze: Floriano non si è mai ripetuto sugli standard dello scorso anno, il pur volenteroso Neglia ha faticato a lasciare il segno, la parentesi di Kupisz è stata a dir poco deludente, i giovani Esposito e Cascione (un solo spezzone per il primo, nemmeno un’apparizione per il secondo) avevano bisogno di maggiore continuità. Una riflessione in più meritano Ferrari ed Awua: il primo non si è integrato nel calcio più votato alla ricerca della profondità voluto da Vivarini, il secondo ha mal digerito la panchina, sebbene la sua corsa avrebbe fatto comodo, soprattutto fin quando Scavone e Folorunsho non usciranno dalle rispettive crisi di identità.

A giochi fatti, è lecito chiedersi quali siano adesso le prospettive dei galletti. L’impressione è che la squadra sia più razionale rispetto al 4-3-1-2 di Vivarini, così come l’innesto di un top come Laribi sia in grado di garantire un salto di qualità. Tuttavia, la società biancorossa ha valutato altri profili per aggiungere ulteriori armi all’arsenale. Sono circolati i nomi di calibri come Tremolada o Ninkovic che, ben inteso, non sarebbero stati un’alternativa a Laribi, ma un ulteriore infusione di classe e colpi nel complesso di Vivarini. Così come per l’attacco, si è parlato dei vari Beretta, Rosseti, Melchiorri, Bocalon ed altri ancora. Gente più rodata ad alti livelli: alcuni di loro, avrebbero anche aggiunto una dose di fisicità ad un reparto avanzato che ora appare sprovvisto di uno specialista nel gioco aereo.

Tuttavia, il materiale a disposizione, in ogni reparto, è ampio e decisamente sopra la media della categoria. Vivarini ha almeno due uomini per ruolo, nonchè elementi che possono ricoprire più posizioni. Ecco, forse quell’ultimo gran colpo rimasto soltanto in canna avrebbe reso il Bari una vera corazzata. Una fuoriserie che potesse in effetti viaggiare alle folle velocità richiesta dalla situazione di classifica. Il Bari è chiamato a vincere sempre: per provare a recuperare il -6 dalla Reggina capolista della C o almeno per blindare il secondo posto per poi affrontare i play off con le carte in regola per vincerli. La missione non cambierà, comunque. Pur senza un’ulteriore ciliegina, la torta biancorossa resta assortita e senza pecche. Una squadra forte. Molto forte. E se non è una corazzata sulla carta, vorrà dire che dovranno essere i 22 tesserati attuali a renderla tale sul campo. Spendendo fino all’ultima stilla di energia e provando a superare i loro limiti pur di riportare subito il Bari in serie B. Un traguardo da tagliare a tutti i costi.