Il fantasista italo-tunisino si presenta alla città e con la voglia di riportare i biancorossi nel calcio che conta

“Quando mi hanno proposto di tornare in C non è stato semplice. Ma la verità è che qui di Serie C c’è solo il campionato da giocare: piazza e società sono di un’altra categoria. So che ora tirerò fuori un ricordo doloroso per i tifosi del Bari, ma ricordo la mia partita qui con il Latina: il San Nicola era pieno in ogni settore. Ecco, il mio sogno è quello di rivederlo così indossando questa maglia”. Il nuovo acquisto biancorosso Karim Laribi si presenta con un vecchio ricordo alla piazza di Bari. Un ricordo amaro per i tifosi biancorossi ma che ha impressionato il calciatore di origine tunisina e che l’ha convinto a scendere di categoria per dare tutto per la sua nuova maglia.

Difficile calarsi nel campionato di C ma Laribi ricorda che “il nostro obiettivo deve continuare ad essere quello di pensare a noi, cercando di macinare più punti possibile a prescindere da quello che fanno gli altri. Contro la Sicula abbiamo fatto certamente meglio facendo emergere le nostre qualità tecniche, mentre contro la Reggina abbiamo avuto un po’ più di difficoltà, soprattutto negli ultimi 30 metri, ma l’abbiamo riacciuffata”.

In campo Laribi è un giocatore duttile, capace di ricoprire più ruoli: “Sono al servizio di tutti i compagni che hanno bisogno di me in campo, mi metto a disposizione cercando di fare quello che so fare meglio: passare la palla. Posso giocare come mezz’ala, mezza punta o esterno, ho una buona qualità nel ricoprire più ruoli e questa è una fortuna. Il numero 10? Lo hanno avuto tanti giocatori e il mio idolo calcistico è sempre stato Baggio; lo ha avuto anche Brienza che per me è sempre stato un piccolo idolo, di quei piccoletti che sapevano giocare dietro le punte. Quando sono arrivato, prima di prendere la 10, ho chiesto il permesso a Ciccio”.

Laribi sta riprendendo piano piano la forma giusta: “Sono stato buttato subito nella mischia anche se non giocavo da un po’. Credo di star bene, non ho avuto dolori e questa è una cosa importante”.

Fuori dal campo Karim è uomo spogliatoio che “tira le orecchie” ai giovani per spronarli a migliorarsi: “Sono un po’ rompiscatole nello spogliatoio, soprattutto con i ragazzi più giovani, perché voglio che crescano e migliorino. Quello che hanno insegnato a me cerco di trasferirlo a loro”.