Con il suo primo gol stagionale, il difensore biancorosso ha mostrato tutta la grinta e la voglia di vincere di una squadra che piano piano sta trasformandosi
La marcatura non perfetta, l’errore, la rabbia, la voglia di riscattarsi, il gol. In poche sensazioni, e azioni, può essere descritto Marco Perrotta, difensore 25enne del Bari, che nella scorsa gara ha firmato il gol dell’1-1 contro la Reggina. Primo gol con la maglia del galletto importantissimo che vendica il precedente gol di Denis di testa, sul quale era proprio Perrotta il marcatore. Tra analisi tattiche, veleni post partita, dubbi sulla prestazione complessiva delle squadre, la rete del difensore originario di Campobasso è la vera nota positiva e ottimistica di giornata.
Sì perché quella di Perrotta non è solo una rete segnata a pochi minuti dal fischio finale. E’ il simbolo di un Bari che sta imparando a non mollare mai. Ed è il simbolo di un giocatore che, partendo in silenzio nel ritiro precampionato, si è ritagliato fin da subito il proprio spazio come centrale difensivo che da terzino sinistro, qualche volta in sostituzione di Pippo Costa. Una duttilità che ha fatto più che comodo a Vivarini in diverse occasioni. E Perrotta ha sempre risposto presente, a suon di prestazioni, nell’ombra ma sempre efficace.
Secondo per presenze solo dopo Sabbione, il dato esprime tutta la fiducia che i due allenatori che si sono assecondati sulla panchina biancorossa gli hanno riposto. Adattabile a diverse posizioni tattiche e di ruolo, efficace in fase difensiva e abile nel gioco aereo, i galletti sanno di avere in squadra un gladiatore sempre concentrato. Un elemento non da poco in una squadra che vuole a tutti i costi vincere ogni partita.
Lui è venuto a Bari con la voglia di vincere. In Serie B, in realtà, ci era già salito da vincitore della terza serie. Fu con il Teramo, nel 2015, in panchina c’era proprio Vivarini. La giustizia sportiva, poi, decise per l’immediata retrocessione e la squadra fu mezza smantellata. Perrotta (e anche il tecnico abruzzese) il gusto della vittoria l’ha già assaporato. Questa volta, però, vuole gustarselo fino in fondo. Magari con la maglia del Bari cucita addosso.
Mi fa male doverlo ammettere. Dov’è il gioco? Sempre sottomessi….