
L’ex attaccante del Bari spiega la fine del suo rapporto con l’altra squadra cui è storicamente legato e per la quale ricopriva la carica di Club Manager
Amato trasversalmente dalla maggior parte degli appassionati di calcio, Igor Protti ha lasciato i ricordi più belli della sua carriera a Bari e a Livorno. Con i galletti è stato capocannoniere in Serie A, mentre nel club toscano ha vissuto gli inizi e la fine della sua parabola da calciatore professionista.
Il legame con gli amaranto è diventato ancor più stretto nel 2016 quando la società del presidente Spinelli lo ha chiamato per ricoprire la carica di club manager. Un ruolo che Protti ha conservato fino al termine della scorsa stagione, culminata con una salvezza all’ultimo respiro del Livorno. Le strade del club toscano e dell’ex attaccante, poi, si sono bruscamente divise.
A mesi di distanza Protti ha in parte motivato l’interruzione del suo rapporto col Livorno in un’intervista rilasciata a Il Tirreno: “È stato un dispiacere per come ci siamo lasciati, ma nella vita tutto ha un inizio e una fine. Nel nostro caso è stato un divorzio deciso in due. Quando mi sono sentito dire che ero un problema, ho capito che ero al capolinea”.
L’amarezza è tangibile nelle parole dello Zar: “Una scelta morale mi obbligava a dire basta e così ho dato il massimo fino al mio ultimo giorno di lavoro e poi ho chiuso. L’aspetto positivo della vicenda è che mi sono reso conto di avere intorno dei finti amici. Io sono così, non si può pretendere di cambiarmi. L’Italia sta diventando il paese delle chiacchiere”.
