Quanto avvenuto fuori dal San Nicola Bari non è il primo caso nel calcio italiano
Una testa di maiale allo stadio. E la procura indaga. È avvenuto a Bari nel pomeriggio di martedì, un gesto macabro e ovviamente minatorio. Da condannare senza se e senza ma. Eppure non è la prima volta che succede nel calcio moderno. Qualcuno aveva già pensato – a torto – di imitare questo gesto, nella matrice di chiaro stampo mafioso.
Era successo in maniera identica a Ferrara, il 30 luglio scorso, mentre la Spal retrocedeva dalla A alla B, dove attualmente milita. Lo striscione in quel caso fu: “Via i porci da Ferrara”. (Foto: FanPage).
Ancora più macabro quanto avvenne a Livorno (la foto è de La Repubblica), il 21 ottobre 2020. In una situazione societaria critica, e criticizzata, i tifosi sistemarono all’interno del Picchi tre croci, con i nomi di Aldo Spinelli, gruppo Carrano e Banca Cerea, e uno striscione: “Pagherete caro, pagherete tutto”.
Goliardico, invece, il gesto del Bocia, noto ultrà atalantino, che nel 2015 entrò allo stadio dopo aver mangiato in un ristorante con una testa di porchetta. Fu prosciolto, per altro. Nel 2002 il capo dello stesso animale fu usato per intimorire Luis Figo, che giocava al Camp Nou, da ex, con la maglia del Real Madrid. Su un calcio d’angolo piovve una testa di maiale dagli spalti (come si vede dalla foto, in basso alla destra del piede dello steward).
Bari è solo l’ultimo caso, ma non per questo meno grave. Il fatto che sia già successo ha un valore storico, per capire dove sta andando questo calcio – di sicuro non in Superlega -, non per sminuire quanto avvenuto. Ma poi: perché proprio il maiale? Chissà che vi ha fatto…