La contingenza legata alla pandemia impedisce di godersi appieno il frangente dei biancorossi che, però, restano un conforto per tanti tifosi.
Chissà come sarebbe stato senza pandemia. Chissà che cosa si sarebbe detto di un Bari che dai viaggi torna a casa avendo puntualmente rifilato tre reti all’avversario di turno. Chissà se il San Nicola avrebbe ripreso a riempirsi come ai tempi belli. Forse si sarebbero alzati cori per Mirco Antenucci, bomber dalle cifre sbalorditive. Forse Gaetano Auteri avrebbe calamitato simpatie con quel suo fare schietto ed il suo calcio che certo abbatte qualsiasi noia. Inutile prendersi in giro. Non possiamo goderci il momento come vorremmo. Numeri, bollettini, preoccupazione ed incertezza riempiono gran parte delle nostre giornate. Non possiamo esultare insieme o abbracciarci. Siamo costretti a vivere questo calcio sincopato in stadi silenti.
L’adrenalina, il “furore” agonistico ed il campanilismo si sono affievoliti. Il calcio che troppe volte è la ragion di Stato, in questo momento è un conforto, uno strumento di compagnia, la speranza che ci riprenderemo ciò che ci appartiene. Non è giusto, però, pensare che il carrozzone debba proseguire solo per intrattenere la gente. Ogni giorno nel mondo del pallone si registrano contagi che con loro portano tante conseguenze: isolamenti, famiglie costrette a dividersi, interrogativi inevitabili sulla salute di atleti che sono uomini, non la distrazione degli utenti e nemmeno gli strumenti da sacrificare per portare avanti un fondamentale settore economico. Interrogarsi se stiamo procedendo nel modo giusto è doveroso. Chiedersi se si possa fare di più per tutelare la salute di tutti i protagonisti è una priorità. Ma nel frattempo, è innegabile che, venendo alle nostre latitudini, ammirare una prodezza di Antenucci, uno stacco poderoso di Di Cesare o un dribbling di Marras sia qualcosa che allontani i brutti pensieri e scalda il cuore. Leggere il nome Bari in vetta ad una classifica è un motivo di orgoglio e un biglietto da visita su un futuro migliore. Inutile soffermarsi su noiose ed interminabili disquisizioni tecniche. Ma un appello alla banda di Auteri viene comunque spontaneo: continuate a giocare questo calcio d’attacco, continuate a vincere. Fatelo per regalare un sorriso a chi ne ha tanto bisogno. Fatelo per tutta quella gente che, anche a distanza, ha il Bari nel cuore. E che non vede l’ora di sommergervi d’affetto.