L’interno di centrocampo è stato protagonista in due dei quattro gol messi a segno dai biancorossi contro il Monterosi. La sua utilità nello scacchiere di Mignani, però, va ben oltre
Il cross al centro da sinistra per il gol del 2-0 di Cheddira, l’inserimento con i tempi giusti su perfetta assistenza di Botta nell’azione del rigore concesso per fallo di Piroli e poi trasformato da Antenucci: due momenti chiave del roboante successo ottenuto domenica dal Bari contro il Monterosi Tuscia, due situazioni che hanno visto come protagonista Andrea D’Errico, autentico simbolo del pomeriggio trionfale del San Nicola.
E’ lui l’uomo copertina del Bari targato mister Mignani fin qui, è lui il tuttofare di cui la compagine biancorossa aveva bisogno da tempo immemore: tra i più positivi anche nella non indimenticabile serata di Potenza, l’ormai ex capitano del Monza, salutato con non poche difficoltà dal club brianzolo in estate (ora inizia a comprendersi il perché) ha già conquistato l’ambiziosa platea barese. Sgroppate a tutto spiano sull’intero out di sinistra, energie inesauribili per tutti gli 80 minuti nei quali è rimasto in campo. A volte da interno di centrocampo, a volte da esterno di fascia, a volte da attaccante aggiunto.
La rosa è lunga, tanti degli interpreti ruoteranno e si alterneranno dal primo minuto nell’arco del campionato. Una sorte, questa, che però difficilmente riguarderà D’Errico: impossibile, ora come ora, immaginare un Bari senza di lui.