L’ex libero affronta il tema della baresità per i biancorossi: “Chi gioca per la squadra del cuore porta motivazioni straordinarie”.
Giorgio De Trizio, barese purosangue, 273 presenze e 12 gol con il Bari dal 1980 all’89, affronta sulla Gazzetta del Mezzogiorno il possibile ritorno di calciatori baresi nella squadra biancorossa. “E’ un tema a me molto caro – afferma – perché ritengo una lacuna non avere baresi in rosa. Sia chiaro: il Bari deve vincere il campionato ed è giusto puntare su chi sia funzionale all’obiettivo. Però il calcio non deve perdere la sua magia: penso a tutti i ragazzini baresi che hanno bisogno di un riferimento in cui immedesimarsi per sognare di indossare un giorno la maglia biancorossa. Il mio vicino di casa era Angelo Frappampina: io volevo ripercorrere le sue orme e ancora oggi per me è un idolo. La favola del Bari dei baresi è irripetibile nel calcio moderno, ma una rappresentanza anche piccola di chi è nato in città sarebbe preziosa”.
Il mercato invernale potrebbe riportare a casa Di Noia e Cianci: “Sarebbero due colpi di grande spessore. Di Noia è un ragazzo duttile, intelligente, in grado di esaltarsi nel calcio di Auteri. Cianci sta dimostrando tutto il suo valore: non ha soltanto un gran fisico, ma anche un sinistro raro in serie C, come dimostrano i gol che sta segnando su punizione. Li conosco bene entrambi: sono ragazzi che morirebbero per il Bari. Inevitabilmente calamiti più attenzioni quando indossi la maglia della tua città. E devi essere bravo a non farti travolgere dalle emozioni. Però, resta un’esperienza irripetibile. Perché non ha prezzo giocare per i colori del cuore. Il Bari è impegnato in una difficile rincorsa alla Ternana capolista: servono motivazioni extra. Risorse che forse un barese riuscirebbe a garantire più di chiunque altro. Perché nessuno più di noi avverte sulla pelle che questa squadra non possa restare in serie C”.