L’ex attaccante, oggi tecnico del Gozzano, ha vestito le maglie delle due compagini che si sfideranno domenica: “I biancorossi sono da promozione diretta, i calabresi possono sorprendere ai playoff”.
Il Bari ha rappresentato l’apice della sua carriera, il Catanzaro la parte più consistente. Lo scontro diretto tra biancorossi e giallorossi in programma domenica prossima al San Nicola davvero non può lasciare indifferente Antonio Soda, calabrese di Cutro, ex attaccante, ora tecnico del Gozzano, compagine che milita in serie D. 86 presenze e 18 reti il suo score nel Catanzaro con cui ha militato in tre distinte parentesi (1982-83, dal 1984 all’88, quindi sul finire della carriera, nel 1996), 47 gettoni ed otto reti, invece, ha collezionato con i Galletti, tutti in serie A, con alcune perle indimenticabili.
“Ammetto che un confronto del genere mi mette i brividi”, afferma Soda sulle colonne della Gazzetta del Mezzogiorno. “E’ un po’ la summa della mia vita in campo: Catanzaro mi ha adottato quando ero ragazzo, mi ha aiutato a diventare professionista, è come se fosse sempre casa mia. Uno dei miei più grandi rimpianti risale al 1987-88: arrivammo quinti, ad un solo punto dalla Lazio che fu promossa in serie A. Nello scontro diretto in casa, segnai la rete del nostro vantaggio: poteva essere il gol della promozione. Invece, poi i biancocelesti pareggiarono e mantennero il vantaggio in classifica: segnò Monelli che l’anno successivo divenne il bomber del Bari. Del mio passato biancorosso, porto nel cuore L’esordio al San Nicola battendo la Juventus di Maifredi in una partita a mio avviso indelebile nella storia del Bari. Vincemmo 2-0 e segnai la prima rete. In quel torneo, andai in gol pure nei due derby con il Lecce: all’andata e al ritorno, finirono entrambi 1-1. Ho avuto la fortuna di giocare nel San Nicola gremito: un privilegio che non capita a molti professionisti”.
Quindi, Soda si proietta al confronto di domenica: “La serie C è una categoria ingiusta per entrambe le realtà. Bari è una delle prime dieci realtà italiane: spero che la famiglia De Laurentiis comprenda appieno il potenziale troppo spesso inespresso da una piazza meravigliosa. Pure Catanzaro vive il calcio con una passione trascinante e meriterebbe ben altre categorie. Sarebbe bello che fossero promosse entrambe: non è semplice, ma nemmeno impossibile. Il Bari può ambire alla promozione diretta, il Catanzaro può cercarla ai playoff”. Domenica i valori sono dalla parte del Bari che a mio avviso è la formazione più forte del girone. I Galletti, però, hanno cambiato molto e devono assimilare al meglio il calcio di Auteri: così si giustifica qualche passo a vuoto compiuto finora. Per recuperare terreno alla Ternana, i biancorossi non hanno alternative al successo. Ma non sarà semplice perché il Catanzaro, pur rinnovato radicalmente rispetto all’ultimo biennio, è un complesso giovane, in crescita, ben condotto da un allenatore competente come Calabro. Chi può risultare decisivo? Il Bari ha sette attaccanti di lusso: chiunque giochi, può essere letale, anche entrando a gara in corso. Del Catanzaro, va tenuta d’occhio la vecchia guardia: Corapi, Carlini, Di Piazza, Curiale ed Evacuo conoscono tutti i segreti di questo torneo”.
