Il direttore sportivo dichiarò da subito di volere una squadra più centrata sulla categoria. Così è stato ma sono arrivati profili di spessore dalla B
Dopo la finale playoff persa a Reggio Emilia, la dirigenza del Bari ha deciso di voltare pagina a livello tecnico sostituendo direttore sportivo e allenatore. Al posto di Scala e Vivarini sono stati ingaggiati Romairone e Auteri e così è iniziato una sorta di new deal biancorosso. Il Bari ’19-’20, inizialmente ritenuto favorito per la B diretta poi conquistata dalla Reggina, è stato praticamente smantellato. Via tutti gli elementi non funzionali al progetto o poco motivati, perché come disse Romairone presentandosi “serve una squadra centrata sulla categoria”.
Una frase atta a mettere in chiaro da subito i propositi per quest’anno: al Bari serve gente che abbia fame, la voglia di emergere tipica delle categorie inferiori, aspetto che non sempre (a voler essere buoni) si è visto nel travagliato campionato dello scorso anno. E allora ecco arrivare in biancorosso ben otto acquisti dalla Serie B: i quattro attaccanti Citro (Frosinone), Candellone (Pordenone), Marras (Livorno) e Montalto (Cremonese), i tre esterni Andreoni (Ascoli), D’Orazio (Cosenza) e Semenzato (Pordenone), e il centrocampista Lollo (Venezia).
Soppesando le carriere degli elementi giunti alla corte di Auteri, il minimo comune denominatore è quello di profili che hanno giù un background discretamente importante ma a cui manca ancora lo step per la definitiva consacrazione. Romairone è certo di aver portato in biancorosso calciatori che vedono nel Bari il volano ideale per il raggiungimento di obiettivi importanti e che in caso di promozione potrebbero costituire un’ottima ossatura su cui costruire una squadra ancora più forte. Ora la palla passa a loro, che insieme ai ‘vecchi’ dovranno caricarsi il peso delle ambizioni della proprietà e dell’intera tifoseria.