Secondo l’ex difensore biancorosso, il tecnico dei galletti non è riuscito ad esprimere appieno il suo potenziale
In questi giorni in casa Bari tiene banco il dibattito sulla conferma di Vincenzo Vivarini nel ruolo di tecnico della prima squadra anche per la prossima stagione. Il tecnico abruzzese, subentrato a Cornacchini alla sesta giornata di campionato, dal suo arrivo ha inanellato una striscia da record di 28 risultati utili tra regular season e playoff ma ha perso nella partita più importante contro la Reggiana in finale.
L’esito della gara del Mapei Stadium, tuttavia, non è il principale motivo per cui esistono dei dubbi sulla certezza di continuare il rapporto col mister di Ari: sono più che altro i tanti pareggi e la difficoltà a vedere una squadra dominante che hanno creato qualche perplessità, e anche da parte dell’allenatore ci sarebbe come condizione per restare quella di avere maggior voce in capitolo sul mercato.
Chi si dice scettico in merito alla riconferma di Vivarini è Massimiliano Tangorra, ex calciatore del Bari oggi tecnico del Barletta nel campionato di Eccellenza, intervistato dall’edizione pugliese de La Gazzetta dello Sport. “Nessuno cancellerà la sua serie record di 27 risultati utili e l’identità che ha dato alla squadra da subentrato, senza preparazione e mercato estivo. Ne conoscevo pure la capacità di preparare le partite e studiare gli avversari. Ma nei momenti topici non ha fatto vedere tutte l’esperienza maturata anche nelle categorie superiori”.
L’ex difensore biancorosso entra nel merito di cosa non lo ha convinto della gestione Vivarini: “I segnali di un Bari incapace di chiudere le gare erano emersi già prima della sosta. Lo confermano i tanti pareggi spesso subito in rimonta. Ai play-off l’andazzo non è cambiato: Ternana e Carrarese hanno pareggiato entro il 90′ facendo tremare giocatori e tifosi. E in finale si è fatto poco per cambiare il copione. Anche le sostituzioni e il tardivo cambio di modulo non mi hanno convinto. Forse non era la rosa lui più congeniale ma poteva e doveva fare di più”.