L’emozionante semifinale contro la Carrarese ha risvegliato la passione della città. I De Laurentiis potrebbero scoprire una miniera d’oro.
Il gol di Simeri al 119′ del secondo tempo supplementare del match contro la Carrarese ha avuto un potere forse persino più forte dell’accesso alla finale per la serie B. Perchè in città i clacson sono ripresi a suonare, i fumogeni ad accendersi, così come prima erano comparsi svariati striscioni di incoraggiamento al Bari. In fondo, parliamo solo di un passo: i Galletti non hanno ancora nulla in mano. E in ballo c’è il ritorno in cadetteria, un contesto sempre vissuto come un limite, non certo come punto d’arrivo. Ma proprio questo è il segnale che la nuova proprietà deve guardare.
Non si può andare allo stadio, non ci si può abbracciare, non ci si può assembrare. Ma la città sta scegliendo tutti i modi leciti per dare una dimostrazione palese e forte della sua presenza. Se non fossimo ai tempi del coronavirus, le due partite al San Nicola avrebbero forse sfiorato le 50mila presenze ciascuna. Ma l’appuntamento è solo rimandato. Bari vuole dimostrare tutto il suo amore sopito, riprendere a sognare dopo nove anni di sofferenze indicibili. La famiglia De Laurentiis ha una miniera d’oro per le mani e sta cominciando solo ad intravederne le prime pepite. Non sappiamo come proseguirà la pandemia, quando si potrà tornare allo stadio, che cosa ci riserverà il futuro. Ma una cosa è certa: il popolo biancorosso non darebbe per scontata la seconda promozione di fila. La celebrerebbe a dovere. E sarebbe pronto a dimostrare con i fatti la sua gratitudine. E se si vedrà davvero un progetto ad ampio raggio per radicarsi in serie A, forse non basteranno due San Nicola a contenere l’entusiasmo di una città da sempre affamata di calcio.
