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Coronavirus, Spadafora: “Poche possibilità che il calcio riprenda. La Lega inizi a pensare al piano B”

Il ministro dello Sport non fornisce indicazioni confortanti sulla ripresa della Serie A: il calcio potrebbe fermarsi definitivamente e ripartire dalla prossima stagione

Restano avvolte nel mistero le sorti del calcio italiano, fermo a causa dell’epidemia di coronavirus. Da settimane, ormai, si discute dell’eventuale ripresa ma le decisioni da parte del governo continuano a tardare (contrariamente a Paesi come la Francia, in cui l’esecutivo ha decretato lo stop definitivo alla stagione di Ligue 1). Nonostante le pressioni della Lega Serie A e della Figc, che ha sviluppato un protocollo sanitario finalizzato alla ripresa degli allenamenti e delle competizioni, il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora non sembra molto fiducioso relativamente alla conclusione della stagione in corso, come dimostrano le dichiarazioni rilasciate nel suo intervento su Facebook.

Come riporta l’ANSA, secondo Spadafora si fa “sempre più stretto il sentiero che dovrebbe portare alla ripresa del massimo campionato di calcio”. Di qui l’appello alla Lega calcio di Serie A “perché cominci a pensare a un piano B”. Secondo il ministro – che ha citato anche la decisione presa dalla Francia “potrebbe essere anche la maggioranza dei presidenti dei club a chiedere di sospendere e di prepararsi invece nel migliore dei modi al nuovo campionato”.

Le possibilità di ripresa, tuttavia, non sono evaporate del tutto: “Siamo a lavoro sul protocollo per la riapertura delle palestre, dei centri danza e di tutti i centri sportivi del territorio, lo sottoporremo quanto prima al Comitato tecnico-scientifico, perché a maggio vorrei tanto che riaprissero in sicurezza anche questi altri centri, insieme ovviamente a tutti gli sport di squadra, al calcio e a tutti gli altri”.

Spadafora ha risposto anche alla querelle nata con l’AIC, che aveva espresso in un comunicato “le proprie perplessità, nonché la sorpresa, in merito alla decisione del Governo sulla modalità di ripartenza dello sport italiano”, criticando la scelta del governo di far svolgere gli allenamenti degli sport professionistici individuali e di impedirli ai calciatori professionisti, parlando di scelta “illogica e discriminatoria”. Il ministro – secondo quanto riporta La Gazzetta dello Sport – avrebbe telefonato a Tommasi spiegandogli che non esisteva altra scelta, poiché le stringenti indicazioni del comitato tecnico-scientifico affermano che gli sport di squadra implicano lo spostamento di un maggior numero di persone.

 

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