Il presidente della Lega Pro ha parlato delle problematiche legate alla ripresa dei campionati
Di pari passo al resto del Paese, anche il mondo del calcio studia come e quando riprendere le attività agonistiche e gli allenamenti, sospesi a causa dello scoppio della pandemia di coronavirus. La situazione attuale ha avuto ripercussione su tutti i settori economici, incluso quello del pallone, con effetti potenzialmente devastanti per realtà come la Serie C.
Intervenuto in onda su Tv7 Triveneta Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, ha fatto il punto della situazione: “Sono stato il primo a fermare una partita, il 21 febbraio bloccando Piacenza-Sambenedettese. Ho finito alle 3 di notte di parlare coi presidenti. Sarei un pazzo se in una situazione peggiore di quella del 21 febbraio pensassi a far ripartire il campionato. Se le autorità scientifiche e sanitarie non mi certificano che lo si può fare o esiste un farmaco per non far scoppiare focolai, dovranno sostituirmi se vogliono far tornare le squadre in campo”.
La posizione del presidente Ghirelli appare molto netta: “Accelerare la ripresa ci mette di fronte ad un problema morale. Se invece parliamo di ripartire a settembre è già diverso. Come Serie C abbiamo una linea precisa. Per me il calcio non esiste senza pubblico. Abbiamo aumentato 600mila spettatori in Serie C ed ora abbiamo gli stadi vuoti. Il calcio che uscirà sarà meno speculativo, più legato al territorio e al sociale. Ma si dovrà giocare senza pubblico finché non si troverà un vaccino”.
L’orientamento da parte della federazione, tuttavia, è quello di concludere la stagione: “Il pensiero del presidente della Figc Gabriele Gravina è quello che i campionati vadano finiti. In questo modo si vuole evitare a tutti i costi che il calcio diventi oggetto di ricorsi che creerebbero ancora più confusione. Si potrà iniziare quando le autorità sanitarie daranno il via libera e la Serie A dovrebbe partire prima di tutti perché ha una struttura in grado di adempiere alle indicazioni sanitarie. Noi ci adegueremo all’indicazione che arriva dalla Federazione, ovvero quella di finire i campionati in ogni caso, andando anche oltre alla data limite. E questo presuppone che ci saranno retrocessioni e promozioni”.