Il vicepresidente dell’Assocalciatori spiega il divenire dell’attuale situazione che ha portato ad una discussione in merito al giocare o meno
“Da una decina di giorni chiedevano chiarimenti. Da più parti ci veniva chiesto di continuare, le nostre richieste non erano indirizzate ad ottenere un favore. Il messaggio ora è che dobbiamo restare tutti a casa, per il bene del nostro Paese”. Il vicepresidente dell’Assocalciatori Umberto Calcagno racconta a Radio Selene la discussione sul proseguire il campionato o meno.
“Il nostro presidente – ha detto Calcagno – è stato oggetto di attacchi. Non possiamo più immaginarci in che situazione siamo oggi, il che significa fermarsi. Oggi abbiamo capito che non aveva senso, ad esempio, che il Cosenza andasse a Verona. La nostra contestazione a molti è sembrata impopolare ma i calciatori, a differenza di tanti altri lavoratori, si spostavano dentro e fuori le zone rosse. Per questo dobbiamo avere responsabilità verso tutti quanti”.
Calcagno rimarca come la salute dei calciatori sia “un bene primario, che supera ogni logica anche rispetto al proseguimento anche delle competizione europee. L’aspetto degli allenamenti, inoltre, che saranno di responsabilità delle società, dovranno essere fatti rispettando quelle che sono le norme”.
Si crea poi il problema dei prossimi campionati europei, che dovrebbero essere giocati in forma itinerante: “Nessuno può stabilire quanto questa situazione vada avanti. – conclude Calcagno – In Consiglio Federale decideremo una prima sospensione. Ci potrebbe essere la possibilità di concludere in linea teorica i campionati”.