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Bari, le norme sono chiare: con l’assetto attuale, la serie A è tabù

Gli exploit in B della Salernitana che ha in Lotito (proprietario anche della Lazio) l’azionista di maggioranza hanno riportato in auge il tema della multiproprietà: un problema molto dibattuto alle latitudini biancorosse.

“Ne riparleremo quando si porrà il problema”. Spesso si sente dire così a chi ha il Bari nel cuore. Una frase ricorrente da quando è cominciata l’era De Laurentiis che ha portato con sé la madre di tutte le domande: come potranno i proprietari del Napoli portare in serie A pure il Bari? Per non soffrire nel porsi una questione spinosa, talvolta si tende a rinviarne la discussione.

Eppure, una risposta sarebbe opportuna. Perché per una piazza come quella biancorossa la serie C è una dimensione insopportabile e non uscirne subito abbatterebbe l’entusiasmo pure dei più ottimisti. Così come la B è un contesto quantomeno “stretto” e se un anno di assestamento sarebbe comprensibile, subito dopo emergerebbe l’esigenza di salire di categoria. Dunque, il tempo a disposizione per ragionare non è poi così tanto.

La risalita della Salernitana verso l’alta classifica di B ha riportato in auge la questione della multiproprietà: il club campano ha in Claudio Lotito l’azionista di maggioranza, ma l’imprenditore romano è anche il proprietario della Lazio e due compagini nella massima categoria non sono ammesse. Lo stabilisce l’articolo 16 bis delle Noif: l’attuale contesto, in realtà, è già un regime di deroga ammesso per la ripartenza delle grandi città calcistiche. Ma se un soggetto dovesse trovarsi con due club nella stessa categoria, avrebbe non più di 30 giorni per cederne uno. La norma è tranciante nella sua evidenza. Allo stato attuale dei fatti, il Bari non potrebbe partecipare ad una serie A con l’attuale assetto societario che fa capo alla Filmauro, medesimo proprietario del Napoli. La prospettiva atterrisce una città che non può accontentarsi di vivacchiare. Possibile che imprenditori illuminati come i De Laurentiis non abbiano una soluzione pronta all’uso? Ogni ipotesi è valida, ma una cosa è certa: oggi la risposta non c’è. Ecco perché il tifoso del Bari è circoscritto al presente, all’idea di togliersi immediatamente almeno dalla serie C per poi attendere un chiarimento. Sperando magari che i De Laurentiis vendano il Napoli. Un evento che a Bari sarebbe festeggiato forse persino più di una promozione. Perchè significherebbe essere liberi da ogni vincolo e sognare con una proprietà solida.

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4 anni fa

Aurelio lasciera il napoli perke i tifosi non si accontentano mai!bari in B poi subito in A

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4 anni fa

Problematica di là da venire ,risolvibile con una scelta o con una cessione.

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4 anni fa

Vabbè c’è sempre l’opzione B…. Giancaspro come prestanome

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4 anni fa

Posso fare da prestanome

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4 anni fa

Andiamo in B, po s penz

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4 anni fa

…e se la situazione non si risolve entro ieri non riuscirò più a prendere sonno. ma per piacere!!!

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4 anni fa

vendono è semplice

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4 anni fa

Ma stiamo ancora in c andiamo in b e poi se ne parla non minate la serenità con queste cose che adesso non c e entrano niente

ENZO
ENZO
4 anni fa

Portare il Bari in A a certi livelli competitivi significherebbe gettare le basi per un futuro migliore per la citta’ di Bari e la società biancorossa.
La famiglia DE LAURENTIS lo comprende benissimo.
Aspettare tempi migliori per un decisione definitiva è anche giusto in questo momento.Poi
se Dio vorrà è l’anno prossimo partecipiamo alla serie B credo che arriverà puntuale la decisione.
Ci sarà ,poi, da attendere poco ,con la speranza che famiglia De La decida di diventare proprietaria unicamente e sola del Bari,
una delle piu grandi città del Sud e di conseguenza trarne enormi vantaggi a l’intera comunità.
Bari sogna.
Forza Bari nel cuore.

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