I biancorossi sono stati timorosi a Reggio Calabria, brillanti con il Francavilla. Arriva il big match di Monopoli: occorrono coraggio e personalità.

Inutile negarlo: il Bari di Reggio Calabria aveva destato tante perplessità. La tanto attesa sfida alla capolista, la grande occasione per accorciare le distanze dalla vetta, è stata vissuta con troppo timore. Come se l’importante fosse levarsi un impegno gravoso davanti, senza cogliere invece il bello dell’opportunità che si presentava. Buon per i biancorossi che a distanza di una sola settimana, le impressioni siano state del tutto capovolte. Grazie alla prestazione convinta, brillante e determinata estratta contro il Francavilla che era stato in grado di battere proprio i calabresi, peraltro nell’inviolato Granillo.

E allora è lecito chiedersi quale sia il vero volto del Bari. In tal senso, il super derby in programma domenica prossima contro il Monopoli rivelazione che insegue i vicini di casa a sole tre lunghezze di svantaggio, rappresenta un banco di prova determinante. Perché è bene ricordare che i galletti affronteranno in trasferta tutte le big: nel corso cammino barese seguiranno, infatti, gli incroci di Terni, Catanzaro e Potenza. La truppa di Vivarini non potrà certo permettersi di portare puntualmente a casa un punto. Quantomeno se si vuole cercare il mezzo miracolo di inseguire davvero la Reggina capolista per puntare ancora alla promozione diretta, occorre ingranare la marcia più alta possibile, al di là dell’avversario di turno.

Le qualità tecniche dei galletti non si discutono. Ancor di più adesso, con l’innesto di un top come Laribi, nonché di altri quattro elementi (Ciofani, Maita, Pinto e Costantino) che, secondo il pensiero del ds Scala e del tecnico Vivarini, sono perfettamente funzionali all’idea tattica varata dal tecnico ed avallata dalla società. Serve, però, l’atteggiamento giusto. Quello estratto nella prima mezzora contro il Potenza o per larghi tratti del match contro il Francavilla oppure in trasferte (vedi Bisceglie, Pagani, Rende o Caserta) che il Bari ha reso semplici, sebbene altre big abbiano sofferto le pene dell’inferno per venire a capo di avversari magari non trascendentali, ma comunque agguerriti.

Inutile far troppi calcoli: sarebbe un peccato sopprimere il talento pur di non rischiare. Il Bari che pressa alto, che recupera palla e riparte in velocità, che dialoga con la tecnica dei suoi centrocampisti, che morde l’avversario con la grinta dei suoi difensori può fare molta strada e sognare anche il massimo traguardo. Quello, invece, che sta sulle sue, che prova a gestire le partite senza affondare, che non forza le giocate, rischia di impantanarsi e perdere contatto con la vetta. Il Monopoli giocherà la gara della vita, non c’è dubbio. Per scrivere una pagina di storia, con il vantaggio di avere molto da guadagnare e relativamente poco da perdere. I biancoverdi avranno un approccio furioso. Ebbene, il Bari dovrà essere ancora più arrabbiato. A parità di grinta e gambe, deve prevalere il talento. Che i galletti possiedono in dosi maggiori di gran parte delle concorrenti. Se funzioneranno pure testa e cuore, nessun limite è precluso.