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L’ex Bari Caputo in Nazionale, una vita facendo la gavetta, ora il meritato traguardo

L’ex giocatore biancorosso ha finalmente raggiunto il sogno Azzurro. Un obiettivo più che meritato dopo tanti anni a sudarsi ogni gol

L’Italia di Roberto Mancini torna in campo per i primi impegni della Nations League i prossimi 4 e 7 settembre, a Firenze e ad Amsterdam, contro Bosnia e Olanda.  Sabato sera il raduno a Coverciano. Tra i 37 convocati, mai così tanti, c’è anche Francesco Caputo, punta del Sassuolo ed ex attaccante del Bari dal 2008 al 2015. Per lui è la prima volta con la maglia Azzurra dopo tanti anni di gavetta.

Ma è una convocazione più che meritata dopo anni passati, di maglia in maglia, a segnare tanti gol in tutte le categorie. 33 anni per lui e quasi 200 reti segnate in tutte le categorie e con gli ultimi tre anni attraversati da una forma strepitosa. Nel 2017-2018, con la maglia dell’Empoli in Serie B, 26 gol in 41 presenze che sono valse la promozione in Serie A. L’anno dopo nella massima serie 38 presenze e 16 reti sempre con i toscani. Poi il passaggio al Sassuolo e, nello scetticismo di molti, è riuscito a segnare ben 21 gol in Serie A in 36 partite, al quarto posto nella classifica cannonieri dietro campioni come Immobile, Cristiano Ronaldo e Lukaku. Una classifica reti che, al netto dei rigori, vedrebbe una statistica incredibile con Immobile a 18 reti, Ronaldo a 17 e Caputo, terzo, insieme a Lukaku e Ilicic a 15 gol.

Un momento magico per il bomber di Altamura, il quale ha rischiato di finire nell’anonimato delle categorie inferiori in quegli anni funestati dal calcioscommesse. A Bari ha segnato tanto (47 gol in 141 presenze) ma ha poi passato un anno fuori dal campo per la condanna sportiva per il caos scommesse. Nel 2015 allora il cambio di casacca con il passaggio all’Entella. Di lì Caputo si ricostruisce fama e onore e prova a ricostruire la sua carriera. Due anni nei quali segna 17 e 18 gol, rispettivamente, prima dell’approdo ad Empoli.

Una favola, quasi, per il calciatore che al suo primo anno tra i professionisti, e grazie all’intuito di Antonio Conte (all’epoca allenatore dei galletti) che aveva visto in lui le qualità del bomber di razza, uno che sente davvero la porta e la trova con grande facilità. Ora ha appena tagliato il primo nastro della sua nuova avventura e solo sul campo potrà dimostrare di essersela meritata facendo quello che gli riesce più semplice: far gol.

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