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Iorio e l’isolamento a Bari: “A questa città devo tanto, la C è una dimensione mortificante”

L’ex bomber biancorosso: “Il calcio dà speranza a tutti, ma non si può giocare con 500 morti al giorno”.

Aveva capito la gravità della pandemia da coronavirus prima di tutti. Maurizio Iorio vive a Milano, ma sta affrontando il periodo di isolamento a Bari. “Da promotore e tecnico dell’Italia Beach Soccer – ha spiegato alla Gazzetta del Mezzogiornoero venuto a Bari con l’idea di trascorrere un paio di giorni prima di prendere un volo per un torneo in Egitto. Il lockdown all’inizio di marzo ha bloccato tutto e devo dire che mi sono sentito fortunato a trovarmi in Puglia. La situazione a Milano era già inimmaginabile”.

Si parla di come possa riprendere il calcio, ma l’ex bomber degli anni 1980-82 frena: “Trovo inopportuno e martellante la discussione su come ripartire. Tutti amiamo il calcio: l’idea di ricominciare infonde speranze, prospettive, passione. Ma adesso siamo ancora nel pieno dell’emergenza sanitaria. Come si può pensare di scendere in campo con l’idea che quotidianamente perdiamo 600 persone in Italia? Dietro quei numeri ci sono famiglie che si distruggono e sofferenze inenarrabili. Oggi l’impegno di tutti deve mirare ad uscire da quest’incubo. Forse saremmo tutti più onesti se parlassimo del profilo economico che pure merita il massimo rispetto. Nel mio piccolo, pure la lega di beach soccer perderà moltissimi introiti. Eppure, la mia preoccupazione resta sulla tutela della salute. Pensare a soluzioni è saggio, ma forzare la mano diverrebbe maniacale ed irresponsabile fin quando non conosciamo la piega dell’epidemia”.

Iorio ha anche prestato il suo volto alla campagna di solidarietà del Comune di Bari. “Non finirò mai di ringraziare Bari ed i baresi per ciò che mi hanno dato e mi danno. Credetemi, avrei voluto fare molto di più. Comprendo la sofferenza del momento, di una città metropolitana che vive molto sulle attività e sul commercio. Mi auguro che le persone in difficoltà possano essere adeguatamente sostenute. Per quanto concerne il calcio, il Bari è in buone mani, ora può contare su una proprietà seria, solida ed ambiziosa. Io resto un grande tifoso biancorosso ed è scontato che la dimensione della C sia ingiusta e mortificante per questa piazza. Dispiace che si sia fermato un percorso che poteva risultare vincente. Ma ripeto: la proprietà saprà tutelare la squadra ed eventualmente trovare gli strumenti per concorrere al salto di categoria. Cerchiamo di avere un po’ di pazienza: ci rialzeremo tutti insieme”.

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