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Bari, Esposito: “Qui per togliermi un’etichetta, ho una voglia pazza di far bene”

L’attaccante biancorosso si presenta in conferenza stampa

Sebastiano Esposito, attaccante del Bari, parla per la prima volta in conferenza stampa da nuovo calciatore biancorosso. Queste le sue dichiarazioni:

PARTENZA BOOM – “Faccio fatica a non ambientarmi nelle piazze. Dove sono andato sono sempre partito con il botto, speriamo di continuare su questa strada”.

COSA E’ MANCATO IN CARRIERA – “Non so precisamente cosa mi è mancato, ma sicuramente qualcosa è mancato altrimenti non sarei andato via dall’Inter. Sono qui per dare il mio meglio, spero di riuscirci, spero di infiammare una piazza che è importante, che ha una storia e che ha dei tifosi spettacolari. Ho tanta fame, ho una voglia pazza di far bene. Spero di dimostrare a chi non ha puntato su di me che ha sbagliato”.

LA TRATTATIVA – “Mi sono infortunato a metà novembre, nel frattempo ho sentito poco il mio procuratore, l’ho lasciato lavorare e devo dire che ha fatto un ottimo lavoro. La settimana prima di firmare sono venuto qui dal direttore: lui mi ha parlato chiaramente, è stato diretto. Ha visto i miei occhi, non ho avuto bisogno di rispondergli ma ho lasciato parlare i miei occhi. Alla fine il tutto è decollato e sono felice di essere qui”.

SOLO PRESENTE – “So che nel calcio va tutto velocemente, so che adesso si parla già di riscatto ma per me è troppo presto. Domani ci si può essere già dimenticati che ho fatto due gol in due partite, è giusto così: non si vive di ricordi, si vive al presente. Voglio vivere al meglio questi mesi, sono sereno. Il futuro non mi riguarda, a quello ci penseranno i direttori e il mio procuratore”.

CARATTERISTICHE – “Non mi piace parlare di me stesso, a me interessa giocare, non importa dove, gioco ovunque mi mettono. Mi piace toccare la palla, faccio con grande voglia la fase difensiva, do il mio 100% in campo”.

PROGETTO SPOSATO – “Quando decidi di andare in un posto studi un po’ tutto, se sono qui è perché ho sposato al 100% la causa Bari: il direttore mi ha dato certezze a livello morale, il mister ama lavorare con i giovani”.

CONTE – “Non ho sentito Conte, ho voluto chiedere il meno possibile alle persone: se glielo avessi chiesto per come si è trovato lui mi avrebbe detto di venire a tutti i costi, se avessi chiesto a qualcun altro che si è trovato meno bene mi avrebbe detto di non venire. Ogni persona ha un ricordo che si fonda sulla propria esperienza”.

DIFFERENZE TRA ITALIA ED ESTERO – “All’estero si guarda di meno alla carta di identità, questo è un dato di fatto: in Italia non esistono 2004, 2005 o 2006 che giocano con continuità, a parte rare eccezioni. All’Anderlecht, ad esempio, le cose erano molto diverse”.

NAZIONALE – “Qualsiasi giocatore ha l’ambizione di andare a giocare in nazionale maggiore, al momento il sogno nazionale è quello di andare a giocare in Under 21 e conquistarmi l’Europeo”.

RIGORE CON IL COSENZA – “Pucino ha fatto un cross sbagliato, il difensore non poteva guardarsi dietro e non si aspettava che arrivassi. L’ho anticipato, ho sentito un lieve calcetto al tallone sinistro e sono caduto. Penso sia un rigore netto e indiscutibile”.

GLI ALTRI ATTACCANTI E IL GRUPPO – “Mi trovo bene con Cheddira ma anche con Antenucci e Scheidler. Ognuno ha caratteristiche diverse, penso che tutti e quattro possiamo giocare insieme. Penso che il gruppo sia fantastico, un mix tra calciatori esperti e giovani. Probabilmente qualche esperto è più giovane di noi in termini di scherzi, mi trovo benissimo”.

I GRANDI CAMPIONI INCROCIATI – “Quello che mi porto dietro è il concetto di continuare a lavorare tutti i giorni come se fosse il primo, sia se le cose vanno bene e sia se le cose vanno male. Io sono uno che non molla mai”.

PROBLEMI DI TESTA – “Vedo che alcuni giornalisti si divertono a parlare della mia testa, a me dà un po’ fastidio; sono un ragazzo giovane, ho fatto i miei errori, ma alcune cose sono inventate. Non sono un genio ma ho una personalità molto forte, una personalità che forse ad alcuni ha dato fastidio in passato. Alla fine però sono un bravo ragazzo, sono qui per togliermi l’etichetta che mi è stata affibbiata”.

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