La Bari Calcio
Sito appartenente al Network
Cerca
Close this search box.

Polito: “Mignani è e sarà il mister del Bari. Avellino e Catanzaro? Hanno parlato sempre di noi, siamo stati più forti in tutto”

Bilancio di fine stagione, retroscena e qualche frecciata nella conferenza stampa fiume del direttore sportivo biancorosso

Ciro Polito si racconta in un conferenza stampa lunga poco meno di un’ora. Numerosi gli argomenti trattati:

OBIETTIVO – “Siamo arrivati all’obiettivo che tutti desideravamo e tutti ci eravamo prefissati. Avevamo un solo risultato e lo abbiamo conseguito con grande merito, con grande forza e con grandi valori. Partendo dal presidente che secondo me è un signor presidente, proseguendo con l’allenatore che è un signor allenatore e finendo con una squadra che ha valori al di sopra della media. Ne ho sentite tante, ho parlato poco in stagione perché penso che fosse giusto esserci nei momenti difficili. Per fortuna ce ne sono stati pochi”.

IL SUO ARRIVO E IL MERCATO – “Io non volevo lasciare la B, l’avevo conquistata con merito e sudore. Avevo tutto da perdere in C, ma la chiamata del Bari non poteva non lasciarti pensieri, Bari non è Serie C. Ho accettato questa sfida per vincere il campionato. Il nostro è stato un mercato difficilissimo: avevamo una rosa e un budget saturi, ho dovuto inventarmi qualcosa per andare a prendere determinati calciatori che andavano presi subito. Il riferimento è per Botta e D’Errico. Ho scelto di far spalmare gli ingaggi di Antenucci e Frattali, che erano due punti fermi, ho fatto lo stesso con Scavone, che era sul mercato e che alla fine per noi è stato un valore aggiunto. I successi partono da lontano, giocatori forti ce ne sono, ma bisogna saperli gestire. Questa è stata la cosa più difficile. Il direttore sportivo non si distingue dal mercato”.

LA SERIE B – “Ogni campionato ha le sue forze. In B c’è tanto equilibrio, ci sono tante società che investono milioni di euro. I milioni, però, non portano necessariamente a vincere. Noi abbiamo giocatori che hanno fatto sia la B che la A, in tanti possono fare la B ad alti livelli. E’ normale che bisognerà cambiare qualcosa, ma l’ossatura di questa squadra non andrà stravolta. Andiamo per step, andiamo a costruire di volta in volta”.

COMPLIMENTI E AMBIZIONI – “Ho sempre rimandato i complimenti a fine campionato, adesso me li godo e me li merito. Tra due mesi saremo già in battaglia, ma io sono abituato a dimenticare presto. E’ vero, trasmetto sicurezza, sono così di natura, non ostento nulla. Da quando ho smesso di giocare, il giorno dopo facevo subito il direttore sportivo. Carboni mi disse che ero portato per questo mestiere, vorrei arrivare in Serie A e fare anche meglio di quanto fatto nella carriera da calciatore”.

MIGNANI NON SI TOCCA – “Mignani è e sarà il mister del Bari, indiscusso. Sarebbe un apoteosi non confermarlo. Non ci sono dubbi. Ho sentito tante frasi da bar, la gente parla senza cognizione di causa: se Mignani lo mettiamo sul mercato, ce lo mangiano. Mi hanno già chiamato in molti per chiedermelo. Non è mai stato in discussione, neanche quando abbiamo perso due partite. Gli allenatori vanno supportati con una società forte e con una squadra di livello. Nella gestione è stato impeccabile, praticando anche un bel calcio e vincendo con grande merito”.

LA SCELTA DI MIGNANI – “Nel 2018 ha perso il campionato all’ultima giornata con il Siena e poi ha perso in finale contro il Cosenza. E’ subentrato a Modena e l’ha portato ai playoff facendo più di 70 punti. Ho pensato che fosse l’uomo giusto perché le sue squadre hanno sempre subito poco. Un fattore importante, questo, perché ho sempre pensato che un gol l’avremmo fatto. Quando l’ho chiamato aveva già incontrato il Chievo, appena l’ho incontrato alla stazione di Roma ci ho parlato mezzora e ho scelto. Avevo già le idee chiare, avevo voglia di incontrarlo da vicino. Ho capito che avrebbe fatto al caso del Bari”.

POLVERINO – “Sono andato a prendere un ragazzo che non aveva un nome, era mister X, Emanuele Polverino. Questa è una storia che mi emoziona, fa capire che nella vita i treni passano. Lui neanche ci credeva quando l’ho chiamato, ero convinto potesse sostituire un pilastro come Frattali quando non sarebbe stato disponibile. E’ andato addirittura oltre le mie previsioni, è stato grandioso nello scontro diretto di Catanzaro. Ha dimostrato di essere pronto per il Bari”.

CITRO – “Voleva a tutti i costi il Bari, mi ha sempre detto di non volersi muovere. Era giusto che Nicola andasse a giocare dopo un infortunio al crociato, ho cercato di darlo via, non posso nasconderlo. Non l’ho mai tolto dalla lista, però, per i suoi valori umani. I valori tecnici ce li ha e alla fine ha fatto il gol più importante dell’anno. Avrà ancora tempo per prendersi momenti di gloria nelle ultime partite di questa stagione”.

MALLAMO – “Mallamo è un giocatore dell’Atalanta, a fine stagione tornerà lì. Quello che riusciremo a fare lo vedremo, se potessi lo riprenderei domani mattina. Vediamo cosa ci dirà l’Atalanta, lui ha dimostrato di poter stare in questo organico”.

SASSOLINI – “Ne avrei talmente tanti di sassolini da togliere che le scarpe non basterebbero: Avellino e Catanzaro a detta di tutti erano le grandi favorite, erano arrivate seconde a pari merito nella scorsa stagione. Hanno conservato la stessa base dello scorso anno e hanno potuto programmare. Noi siamo partiti con l’handicap del mercato, con il problema del Covid. Loro avevano vantaggi, tempo di lavorare, avevano speso soldi come il Bari: perché pensare sempre al Bari? Perché il Bari non ha mai parlato di arbitri? Perché il Bari non ha mai discriminato gli altri? Non c’è una volta che Catanzaro e Avellino abbiano detto che stavamo meritando. Si sono sempre lamentati a proposito del Bari. Mi piacerebbe che si dicano le cose giuste. Ho sentito dire che la differenza tra il Catanzaro e il Bari fosse in un rigore: se un rigore vale 13 punti di differenza, vuol dire che abbiamo visto un altro calcio. Abbiamo dimostrato di essere superiori a tutti, non rispondendo mai a nessuno. Quando si arriva in fondo, quello che hai è quello che ti sei meritato. Non si è più forti solo sul campo, ma anche su tutto il resto degli aspetti”.

I TIFOSI – “L’accoglienza è stata straordinaria, fantastica. Il Bari è dei baresi, il senso di appartenenza che hanno i cittadini baresi non lo possiamo avere noi. Era giusto dedicare cinque minuti a persone che non stavano dormendo la notte per noi. Il pubblico ha dimostrato valori che non esistono neanche in Serie A, la città e lo stadio sono belli e giusto che i tifosi siano esigenti. La B è il minimo”.

DE LAURENTIIS – “Non voglio essere retorico, non voglio alzare il livello di persona di Luigi De Laurentiis, ma per me è il presidente che tutti quelli che fanno il mio mestiere sognerebbero di avere”.

MOMENTI CHIAVE – “Il momento che mi ha fatto capire che era il nostro anno è stato il rigore sbagliato dalla Paganese al 95′, sarebbe stata una mazzata. Poi c’è stato lo scontro diretto di Catanzaro, una delle giornate più belle dell’intero campionato”.

FINALE DI STAGIONE – “Nessuno ci ha trattato bene, noi non tratteremo bene nessuno. Giocheranno i ragazzi che hanno giocato meno e proveremo ad allungare ulteriormente il gap presente con le inseguitrici. Poi ci sarà la Supercoppa che vorremmo vincere, fa sempre piacere avere quello scudetto sul petto”.

Subscribe
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

Il punto del quotidiano in vista del match contro il Brescia...
Venerdì sera si concluderà il campionato: i biancorossi sperano nei playout...
Il punto del quotidiano sul momento della formazione biancorossa...

Dal Network

Mister Viali al termine della partita vinta sul Bari: "Basta un episodio per sporcare la...
Mazzocchi e Tutino in avvio, Calò e Forte nel finale: tre punti d'oro per i...
L'allenatore rossoblù Viali recupera sia il centrocampista Calò, sia l'attaccante Crespi ma oltre all’infortunato di...

Articoli correlati

La Bari Calcio