Il presidente della Lega Pro dice la sua sul ruolo dello sport nel Recovery Plan. Mirino puntato sul piano di sviluppo degli stadi
Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, rende nota la posizione della Serie C sulla tematica ‘Recovery Plan’. Lo fa nel corso di un convegno organizzato dalla terza serie insieme all’Istituto per la Competitività (I-Com) dal titolo ‘Oltre la dimensione agonistica. Il ruolo dello sport nel Recovery Plan’, focalizzando la sua attenzione sul piano di sviluppo degli stadi: “Futuro è la parola chiave in merito agli stadi. La Serie C e i suoi club hanno attraversato un momento terribile. Va riconosciuta ai suoi presidenti la capacità di aver tenuto tutto in piedi. Ma adesso vi è bisogno di risorse e programmazione. Per la Serie C la capacità progettuale è l’idea vincente. Per la C il Recovery Plan è un’opportunità: il calcio non è solo agonismo ma una dimensione sociale, ambientale ed economica. I nostri stadi sono obsoleti, questo passaggio è essenziale per il recupero di tifosi. Non posso dimenticare la ricerca sulla generazione Z presentata negli Stati Uniti in cui, per i giovani, “il calcio è solo noia”. Abbiamo la sfida di mantenere il calcio come sport più bello e diffuso al mondo”.
E ancora: “In questo i club di C sono interessati a progetti di riqualificazione e ammodernamento. Cito per brevità Albinoleffe e Sudtirol, con i loro nuovi stadi. Poi ci sono Lucca, Avellino, e Francavilla con i loro progetti completi. E altri club stanno progettando la loro nuova impiantistica. Questo perché ogni euro investito nello stadio ne genera tre. Ma la gestione dello stadio è efficiente se la struttura è di proprietà del club o comunque è data in gestione per un lungo periodo allo stesso club. Uno degli obiettivi, inoltre, è il recupero di aree urbane attraverso le strutture sportive, con grande attenzione per la digitalizzazione e l’ambiente. Stiamo lavorando con la Federcalcio, l’Istituto per il credito sportivo e le altre leghe: vogliamo essere parte integrante di un nuovo progetto del calcio italiano, un progetto funzionale alla riforma. Chiediamo di essere considerati in quanto calcio che fa bene al paese: siamo gente tenace, curiosa, che ha voglia di fare e di scommettere sul futuro. Gli stadi devono tornare a essere ripopolati, abbiamo bisogno di tornare a vivere normalmente”.