Ha trovato la prima rete: “Un urlo liberatorio, per la squadra, ma avrei voluto abbracciare la panchina”

In conferenza stampa, Raffaele Bianco, ha parlato del Bari, del campionato, partendo dall’ultima rete, quella realizzata contro la Paganese, la prima in maglia biancorossa in 78 presenze

Testa ai playoff

“Queste cinque partite devono essere il preludio a un grande playoff. Arrivarci dopo cinque vittorie vuol dire avere uno slancio diverso. Ho vinto i playoff con il Carpi, da quarti o quinti, ma quelle partite si giocano su equilibri sottili. Intanto ci sono queste cinque partite da vincere e da giocare da squadra matura, squadra vera. Sfruttiamo queste cinque partite per compattarci ancora di più”.

Testa ai playoff

“La striscia che abbiamo passato di risultati poco felici e il conseguente ritiro ci hanno messo di fronte alla realtà. Non siamo del tutto fuori da un momento negativo, possiamo vincere o perdere contro chiunque e così non si vincono né campionati e nemmeno playoff. Dobbiamo dare l’impressione di essere solidi, forti, di subire pochissimo. L’anno scorso si subiva poco, si creava un po’ meno, ma davamo quell’impressione. Quest’anno è venuto a mancare questo concetto. Con Carrera stiamo cercando il giusto assetto, vogliamo diventare una squadra solida. A Terni potevamo chiuderla sul 3-0, poi abbiamo preso un episodio contrario e abbiamo perso. La chiave è questa: sfruttare queste cinque partite per trovare il giusto compromesso tra equilibrio, forza e compattezza”.

Testa ai playoff

“Bisogna capire intanto cosa sia la personalità. Il modo di dominare la partita, di imporsi? Io credo che questa squadra abbia tanti calciatori di personalità, poi è chiaro che qualcosa ti viene a mancare. Anche la gente sugli spalti ci manca. Però dire che questa squadra non ha personalità secondo me non è corretto. Noi viviamo di risultati, è questa la verità”.

Il gol e l’esultanza

“Dodici giorni di ritiro non sono piacevoli, ci sono delle privazioni, non è stato un ritiro punitivo ma non fa piacere, ovviamente. Sarei corso verso la panchina dopo il gol, ma non ho potuto. L’urlo? Era la felicità per un qualcosa che io vivo poco, non essendo un goleador di natura”

Eventuale stop al campionato

“Era una cosa che non sapevo. Qualora ci dovesse essere la cosa principale sarebbe recuperare a pieno qualcuno che ora manca, mettere in condizione altri calciatori. Numericamente siamo un po’ corti tra infortuni e squalifiche. Ci adegueremo a quello che succederà. La settimana scorsa per la prima volta abbiamo lavorato una settimana intera col mister, questo ti permette di scendere meglio in campo la domenica e di conoscere l’allenatore. Giocare ogni tre giorni non è facile, fermarci può essere un’occasione”.

Formare il gruppo

“La squadra è stata riformata. Quando parlo di diventare squadra, intendo di farlo in campo. Se la formazione cambia è chiaro che qualcosa cambia. Non ho mai visto i gruppi formarsi in un mese. La squadra si crea quando dà continuità in allenamento, nelle formazioni, nei risultati”

Troppi cartellini

“I risultati non buoni e il non riuscire a esprimersi, può incidere sul nervosismo della squadra in generale. Questo non deve più succedere, è partito anche da me, ma adesso può essere troppo penalizzante”.