Quello ripetutosi ieri al “San Nicola” è stato un copione scritto fin troppe volte nel corso della stagione: troppe le rimonte – parziali o complete – subite dai biancorossi
In origine fu la rete dell’1-1 messa a segno da Lucca a tempo quasi scaduto in quel Palermo-Bari dello scorso 23 dicembre, a seguire -poco più di un mese dopo- è stato il turno del Teramo, con un Bombagi sugli scudi, abile nel ribaltare con una doppietta l’iniziale acuto di Antenucci; successivamente è toccato a Catania e Ternana (parzialmente -ma solo grazie al rigore parato da Frattali– nel primo caso, completamente nel secondo lo scorso weekend) e a chiudere, almeno fin qui, la tradizione è proseguita ieri al “San Nicola” contro la Casertana: quando il Bari passa in vantaggio, il pericolo di una rimonta subita è evidentemente dietro l’angolo.
Lo dimostrano le cinque partite poco sopra citate, lo dimostrano i numeri, soprattutto di recente, piuttosto impietosi con la compagine biancorossa: 12 punti complessivamente lasciati per strada (ma sarebbero potuti essere addirittura di più) in situazioni del genere, tutte comprese nei tre mesi a cavallo tra la fine dello scorso anno e l’attualità. Mettere la testa davanti all’avversario non è più garanzia di bottino pieno a fine partita per i ragazzi di Carrera, troppo spesso -come capitato contro gli stessi campani poche ore fa dopo il gol di D’Ursi– crollati alla distanza nel corso dell’incontro. Problema tecnico? Panchina corta? Anche, sicuramente, ma non solo. La sensazione è che al gruppo manchi qualcosa in termine di carattere e di personalità, caratteristiche che, purtroppo per la società, non si possono acquistare nel mercato.
