I biancorossi rendono meglio lontano da casa dove sono arrivate 6 vittorie su 8 gare, mentre in casa in 6 partite si contano solo 3 successi
Dopo il pareggio senza reti con la Vibonese al San Nicola, il Bari deve iniziare a prendere atto di alcuni numeri e cercare di correre al più presto ai ripari se ancora intende avere delle possibilità di aspirare alla promozione diretta. Contro i calabresi il successo non è arrivato anche per sfortuna, visto il palo colpito nel primo tempo e il rigore sbagliato nella ripresa da Antenucci, ma il pareggio è stato anche il frutto di una prima mezz’ora regalata agli avversari.
Oltre all’approccio sbagliato, lo 0-0 di domenica ha anche certificato lo scarso rendimento dei Galletti nelle partite in casa. Sì perché nelle 14 gare in cui è scesa in campo finora, la squadra di Auteri ha ottenuto nove vittorie ma soltanto tre di esse sono arrivate tra le mura amiche (contro Catania, Juve Stabia e Catanzaro). In casa si contano anche due pareggi (Teramo e Vibonese) e una sconfitta (contro la Ternana). Il rendimento al San Nicola, paradossalmente, è nettamente deficitario se paragonato a quello in trasferta dove il Bari corre: in otto partite sono stati ottenuti sei successi (con Virtus Francavilla, Cavese, Viterbese, Potenza, Casertana e Paganese), un pari (Monopoli) e una sconfitta (Foggia).
Senza il tifo, rivelatosi molto spesso un fattore, lo stadio di casa si sta rivelando un ambiente in cui si fatica più del dovuto ed è un’anomalia poiché pur senza il calore dei propri sostenitori, il campo è nettamente migliore rispetto a tanti altri terreni su cui sono costretti a giocare i biancorossi (un aspetto che dovrebbe aiutare una squadra con un tasso tecnico così alto per la categoria). Il problema, dunque, potrebbe essere da circoscrivere all’atteggiamento. Una cosa è certa: se il Bari vuol recuperare il margine che lo separa dalle Fere, deve necessariamente trovare un equilibrio tra i risultati in casa e in trasferta.