La crescita esponenziale del centrocampista messinese è impressionante. Ha in mano le chiavi della mediana e da lui passa tutto il gioco biancorosso
Dal suo arrivo in biancorosso, lo scorso mercato di gennaio, su 28 partite è stato presente in campo 27 volte, 25 da titolare. Numeri che danno l’idea come Mattia Maita sia pedina più che fondamentale per il centrocampo biancorosso, sia con Vincenzo Vivarini, ancor più con Gaetano Auteri, sia nel 4-3-3, sia nel 3-4-3. E non importa neanche quale sia il compagno di reparto, Maita riesce ad integrarsi con chiunque gli si piazzi accanto calandosi alla perfezione negli schemi impartiti dal tecnico e garantendo coesione all’interno dello spogliatoio biancorosso.
L’anno scorso, di fatto, correva per tre, e da un certo punto di vista questo ne limitava le sue qualità non garantendo la lucidità necessaria nel fare le due fasi di gioco. Ma quest’anno è tutt’altra musica. Con Bianco prima, e con De Risio ora, nel centrocampo a due disegnato da Auteri, Maita ha più libertà di movimento e nel gioco palla, risparmiando energie e spalmandole per tutti i novanta minuti, aumentando così la qualità delle giocate e la prestazione complessiva delle sue gare.
Maita, classe ’94, conosce molto bene la categoria una carriera in serie C. Cresciuto nelle giovanili della Reggina, dopo un lungo girovagare è ritornato in Calabria, nel Catanzaro. A gennaio 2020 abbandona la fascia di capitano della squadra calabrese e si accasa in Puglia, nel Bari. Con la maglia del galletto segna nello scorso campionato segna un gol, all’esordio contro il Rieti, in tredici partite. Quest’anno è ancora alla ricerca della sua prima marcatura, ma arriverà. Per ora tutto quello che i tifosi biancorossi chiedono è che Maita continui così, rimanendo e diventando sempre più leader e uomo simbolo di questa squadra