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Il commento. Il Bari e Simeri: meglio pensarci bene prima di dirsi addio

Il centravanti non gioca da tre gare e sembra sceso nelle gerarchie di Auteri. La cessione a gennaio non è impossibile, ma è giusto privarsi di uno dei pochi idoli della tifoseria?

A volte basta poco per rompere anche le storie d’amore più solide. L’idillio tra Simone Simeri ed il Bari sembrava indistruttibile. Il centravanti napoletano è uno dei pochissimi simboli della rinascita dalla serie D sopravvissuti nel presente (Marfella, Di Cesare e Hamlili gli altri tre, ma la cessione del centrocampista italo-marocchino appare scontata), lo scorso anno è stato capace di risollevarsi dai margini dell’era Cornacchini fino a diventare il gemello del gol di Antenucci con Vivarini. Il suo infortunio nella finale playoff contro la Reggiana è diventato una delle immagini della sconfitta biancorossa, così come il rinnovo del contratto lo scorso ottobre ed il gol al Potenza al rientro dopo il lungo stop parevano un nuovo ed entusiasmante inizio insieme al club biancorosso. L’idillio, però, si è incrinato quasi subito: una prestazione scialba con la Ternana, un gesto di stizza al momento del cambio e tre settimane in naftalina. Non se l’aspettava, Simone. Eppure, il Bari ha sette attaccanti in rosa e, tolto il bomber Antenucci, gli altri partono sostanzialmente alla pari. E sarebbe opportuno accettare il bene superiore della lotta per il traguardo promozione, piuttosto che pensare alla gloria personale. Difficile capire in questo momento quanto grande sia l’insoddisfazione della punta campana o quanto sia preoccupato di essere sceso eccessivamente nelle gerarchie di Gaetano Auteri che pure non ha mai smesso di elogiarlo, fin dal suo arrivo sulla panchina dei Galletti.

Inutile negarlo: la voce di una separazione a gennaio circola insistentemente. Così come gli estimatori per Simeri (Perugia in testa) non mancano. Tuttavia, emerge più di un dubbio sull’opportunità di privarsi di un valore del genere. Il 27enne partenopeo è sulla carta una punta da doppia cifra in C: attacca la profondità, lotta e dialoga con i compagni di reparto. Sulla carta, sarebbe più che utile ad Auteri. Senza dimenticare che Simeri (tolto Antenucci che è fuori concorso) è più giovane di Montalto e Citro, più esperto nel girone di Candellone, più avvezzo alla bagarre rispetto a D’Ursi. Ha più volte dichiarato di essere pronto a restare nel Bari a vita e le sue parole hanno fatto breccia nel cuore dei tifosi che, con ogni probabilità, mal digerirebbero la sua partenza. La disciplina, il rispetto dei compagni e il bene comune sono la base di convivenza di ogni gruppo. Se Simeri dovesse aver sbagliato in qualche comportamento, è giusto che ne paghi in qualche modo le conseguenze. Ma da qui a privarsene ce ne corre. Ci si può venire incontro, si può chiarire, si può provare a ripartire insieme. Per non spezzare un legame che piaceva a tutti. Simeri e il Bari possono darsi ancora tanto, in fondo. Perciò, forse è meglio pensarci una volta in più prima di prendere decisioni drastiche.

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