Gli scontri con le big nel complesso non sono ravvicinati, ma dopo il giro di boa quasi tutti i confronti diretti saranno in trasferta.
Prima o poi bisogna affrontarle tutte. Si dice sempre così quando è sorteggiato un calendario. Un’opinione scontata, una teoria non sempre esatta. Perchè ogni cammino ha le sue peculiarità, le difficoltà, gli eventuali aspetti positivi. Tali componenti sono presenti anche nel percorso del Bari 2020-21. Il sorteggio non è stato così benevolo con i biancorossi. La partenza è in salita, inutile negarlo. Ci può anche stare un doppio turno esterno, ma tre trasferte nelle prime quattro giornate sembrano davvero un eccesso. Bisognerà approcciare il torneo con spalle larghissime. Inutile affidarsi alle solite frasi fatte: ovvero, che una squadra forte non può badare al particolare di giocare in casa o fuori, che bisognerà mantenere sempre la solita mentalità a prescinde dai fattori esterni. No. La serie C è fatta di mille particolari che possono orientare un match: campi più piccoli, terreni al limite della regolarità, manti in sintetico non proprio paragonabili a quelli delle categorie superiori. Se necessario, servirà il volto sporco. Auteri è amante del bel calcio, ma l’estetica adesso conta poco. I risultati sono l’unico fattore ad avere un peso. Perchè i punti persi non tornano indietro.
Ci sono anche aspetti positivi nel calendario. Ad esempio, gli scontri diretti con le big sono nel complesso distanziati tra loro, non si intravede un tour de force ad altissima difficoltà. Almeno sula carta, match complicati sono alternati ad altri più alla portata. Si è già parlato a lungo della super sfida con il Palermo alla terzultima: un ostacolo non di poco conto, ma in tal caso meglio disputarla al San Nicola. Chissà che non sia il match point per escludere i siciliani dalla corsa alla promozione diretta. Lo scontro con i rosanero, però, sarà l’unico in casa in un girone di ritorno in cui il Bari dovrà fare visita alla Ternana, al Catania, al Catanzaro, all’Avellino. Un pò come accadde nello scorso torneo, nel quale i Galletti pagarono a caro prezzo questo particolare. Vivarini non perse mai dopo il giro di boa, ma nemmeno riuscì a vincere alcuno dei confronti con Reggina, Monopoli, Ternana e Catanzaro, pareggiando puntualmente e perdendo così distanze preziose dalla vetta. Auteri dovrà, invece, centrare i blitz anche nelle circostanze più complicate. A partire dall’esordio a Francavilla che lo scorso anno coincise con una sconfitta fatale alla panchina di Giovanni Cornacchini. Da allora, il Bari non ha più perso in campionato, fino alla maledetta finale dei playoff dello scorso 22 luglio. Un dolore che brucia ancora troppo sulla pelle di una piazza devastata negli ultimi nove anni. Per cominciare a cancellare la delusione estiva, non ci sono alternative. Occorre sbancare il primo di una serie di derby di fuoco.