Tra indagini, mancate iscrizioni e ripescaggi la prossima terza Serie italiana è ancora lontana dall’essere completamente definita
La crisi del calcio post Covid ha già dato i suoi primi effetti. Budget nettamente inferiori e crisi imprenditoriali che si riversano, inevitabilmente, nelle proprietà calcistiche impediscono alla prossima Serie C di tracciare un quadro chiaro a partire dalle formazioni delle classifiche. Inoltre, grazie anche alle regole appena tracciate dalla Lega Pro ci si dovrà affidare tanto ai giovani, non appesantendo il monte ingaggi e magari recuperando qualcosa dai contributi della Lega. Non ci saranno società disposte a spendere tanto come ha fatto anche il Bari di De Laurentiis nella scorsa estate ma anche la Reggina e il Monza.
Ma ci sono squadre in vera difficoltà La Sicula Leonzio, innanzitutto, non è riuscita a iscriversi al campionato, così come, nel Girone A, il Campodarsego e un club storico come il Siena. Da qui parte il caos ripescaggi. E il Foggia spera, seguendo con grande interesse il caso Bitonto e la presunta combine con il Picerno. I satanelli sono terzi nella graduatoria delle seconde classificate della Serie D a causa della media punti e potrebbero diventare primi se verranno confermati i problemi dell’Ostiamare e del Savoia in merito alle regole sull’uso degli impianti sportivi, per le quali le due società, al momento, non sarebbero a norma.
Ci sono però da considerare altri due fattori: da una parte le eventuali richieste di iscrizione delle retrocesse e dall’altra un contributo di 300mila euro a fondo perduto più fideiussioni a garanzia degli emolumenti e per per ottenere la licenza nazionale. Insomma una strada tortuosissima ma nella quale il Foggia potrebbe rientrare in extremis e con non pochi ostacoli.