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Lega Pro, l’obbligo di under e rose a 22 squadre penalizza il Bari?

Le novità regolamentari potrebbero penalizzare le squadre più strutturate e capaci di investire maggiormente in giocatori di livello come il club biancorosso

Negli scorsi giorni la Lega Pro ha reso noto le novità regolamentari della prossima stagione, nello specifico sulla composizione delle rose e sull’utilizzo in campo dei giovani calciatori. Le squadre dovranno presentare una lista con al massimo 22 giocatori professionisti. Il numero potrà essere aumentato a 23 con l’inserimento di un solo calciatore nato dopo il 1 gennaio 2001. Ad aumentare il numero potranno essere anche i “primi contratti di calciatori professionisti”, cioè propri tesserati già giovani di serie, nel caso di sottoscrizione del contratto a campionato in corso.

Non solo, chi non rispetterà queste nuove regole subirà una sanzione di 10mila euro per la prima partita giocata da un tesserato fuori lista nel girone d’andata, 20mila in caso di seconda partita, 50mila euro in caso di terza partita. La maxi-multa di 50mila euro è prevista anche per ogni presenza irregolare in una qualsiasi giornata del girone di ritorno o nel corso dei play-off e dei play-out.

Queste novità regolamentari potrebbero penalizzare diversi club meglio strutturati e capaci di investire maggiore denaro nell’acquisto di calciatori esperti e in grado di fare la differenza in categoria. Proprio come il Bari che in questo modo sarebbe costretto a ridurre il numero di giocatori disponibili inserendo nella mischia, obbligatoriamente, giocatori inesperti, creando, potenzialmente, persino un danno nel corso della stagione tanto alla squadra, quanto al giovane calciatore stesso.

Sì perché se da un certo punto di vista la norma tende a dare spazio ad eventuali giovani talenti, dall’altra non è detto che un club li possegga questi talenti. Ed è altrettanto vero che un giovane per essere valorizzato deve essere inserito nelle modalità e nei tempi giusti e non incastrato per forza con un minutaggio minimo da raggiungere. Sì perché l’altra norma prevede una soglia minima di minutaggio (271 minuti complessivi in una partita) affinché si possa accedere ai contributi messi a disposizione per gli under dalla Lega Pro. Ciò significa che tre under dovranno essere sempre in campo e un quarto giocare almeno un minuto.

Vero è che anche i classe ’98 sono considerati under. Non proprio dei ragazzini ma allora quì sarebbe lecito porsi la domanda: che senso ha parlare di under a 24 anni? Perché l’altro problema che si pone con questa nuova norma riguarda la strategia di mercato. Con questi vincoli una squadra che punta al vertice della classifica si dovrà rinunciare ad inseguire alcuni obiettivi (con determinati budget) e scovare under 24 che non abbiano un costo eccessivo (perché è anche questa è la questione che si para di fronte alle società) ma che, allo stesso tempo, abbia l’esperienza e le qualità giuste per garantire prestazioni all’altezza.

Diversi presidenti hanno già avuto da ridire e anche l’Assocalciatori pare non essere d’accordo con la nuova normativa. Troppi i dubbi sollevati, ma la discussione è appena iniziata.

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