Lo zar biancorosso racconta il suo legame con la piazza barese e i suoi progetti con la società di De Laurentiis
Pietro Maiellaro è uno dei calciatori più rappresentativi della storia del Bari. Dotatissimo tecnicamente, nelle sue quattro stagioni nel capoluogo pugliese, ha esaltato i tifosi biancorossi scrivendo pagine memorabili a suon di giocate e gol. Intervistato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, lo Zar, ha spiegato il suo grande legame con la piazza barese senza nascondere un pizzico di rammarico per ciò che poteva essere e che non è stato, dalla mancata chiamata in Azzurro al sogno europeo con i galletti
“Sono sempre stato consapevole di quanto valevo e di ciò che, forse, non ho raccolto per mie responsabilità – racconta Maiellaro -. Mi è mancata la nazionale: l’ho sfiorata e non ho coronato il sogno di acciuffarla perché il ct Azeglio Vicini trovò una scusa per non convocarmi dopo che saltai una gara per un problemino fisico. È’ pur vero che la concorrenza all’epoca nel mio ruolo portava i nomi di Baggio, Mancini, Zola. Oggi il livello è diverso: in tanti arrivano in azzurro con tre buone prestazioni. Ho ammesso tante volte il mio errore: essere andato via da Bari. Lì avevo trovato la mia dimensione ideale, avevo tutto. Ho giocato in città importanti, mi sono divertito, ma il Bari è stata la squadra della mia vita”. E ancora: “Il Bari mi ha portato in serie A, mi ha dato l’opportunità di confrontarmi con grandi campioni, la gente mi ha fatto sentire speciale. Se fossi rimasto, forse saremmo davvero riusciti ad acciuffare quel sogno chiamato Europa”.
Con uno stop che dura da quasi tre mesi, il calcio è in procinto di ripartire anche se a velocità differenti. Prima toccherà alla A, poi alla B ed eventualmente alla C (anche se su questa categoria restano i dubbi più grandi): “Davanti alla tragedia causata dalla pandemia, il calcio mi è mancato poco. Tuttavia, il Paese sta riprendendo gradualmente ogni attività ed è giusto rimettere in pista in campionati. Ho apprezzato la posizione della Figc: no alle soluzioni a tavolino, solo il campo può essere giudice di una stagione. Come si può paragonare, ad esempio, il percorso del Bari con quello di compagini appartenenti ad altri gironi? Sono certo che, se si tornerà a giocare, la truppa di Vivarini ha grandi chance di ottenere il salto in B”.
Recentemente De Laurentiis ha parlato della possibilità di ricostruire la storia biancorossa coinvolgendo le leggende che ne hanno fatto parte: “Sono stato onorato di tale attenzione. Speriamo che abbia un seguito. Senza dimenticare gente come Giovanni Loseto, Giorgio De Trizio, Angelo Terracenere. Loro, oltre essere stati grandissimi calciatori, sono nati qui. Hanno il Bari nell’anima. Noi risponderemo a qualsiasi chiamata, ma prima il presidente De Laurentiis ha una missione: portare il Bari in serie A. Nel posto che spetta ad una piazza unica”.
Sei stato il numero 1
Senza il Taranto saresti stato il signor nessuno non sputare nel piatto dove hai mangiato Pietro