Il documento è valido per le squadre professionistiche e gli arbitri, che quindi potranno tornare sul campo in vista di una sempre più probabile ripartenza del calcio
Il ministro dello Sport Spadafora ha annunciato la pubblicazione del protocollo per la ripresa degli allenamenti collettivi delle squadre di calcio professionistiche e degli arbitri. Tante le novità nel documento che spiega come sarà la ripartenza da un punto di vista sanitario e nella tutela della salute degli sportivi e dei dirigenti e dipendenti delle squadre. 14 pagine con tutte le indicazioni, redatte dalla commissione medico-scientifica, che le società dovranno seguire per garantire la massima sicurezza.
Confermato innanzitutto il dettagliato screening al quale i giocatori e i membri dello staff tecnico dovranno sottoporsi. E sugli allenamenti “nella fase iniziale l’allenatore e lo staff tecnico indosseranno sempre mascherina manterranno una distanza minima di almeno 2 metri l’uno dall’altro. I soggetti appartenenti al GRUPPO Squadra dovranno raggiungere il Luogo e far ritorno al domicilio al termine dell’allenamento con mezzi propri e rispettando le misure anti contagio. Dovranno essere evitati, per quanto possibile, autisti. Tutti i soggetti dovranno essere dotati dei Dispositivi di Protezione Individuale”.
Le società, poi, dovranno “predisporre una postazione di controllo della temperatura (termoscanner a distanza) e saturimetro (da disinfettarsi ogni volta) all’ingresso del Luogo di allenamento con il proprio Staff Medico (dotato degli opportuni DPI) e adottare procedure di isolamento in due distinti locali in caso di rilevazione di temperatura corporea (> 37,5 °C). Il soggetto individuato con TC > 37,5 °C dovrà fare immediato ritorno al proprio domicilio, ove verrà seguito in ottemperanza alle linee guida del Ministero della Salute”. Soprattutto nella fase iniziale bisognerà privilegiare il lavoro all’aperto, evitando dunque quello in palestra.
Viene regolamentata anche la vita da spogliatoio dove deve essere garantito il distanziamento dei calciatori di almeno 2 metri e, qualora ciò non fosse possibile, va scaglionato l’ingresso per consentire distanze corrette. Niente docce nell’impianto sportivo, almeno nella prima settima di allenamenti, perché, secondo la commissione medica l’ambiente delle docce è ricco di vapore acqueo e per questo potrebbe favorire la diffusione del virus (aerosol).
Forza ragazzi
Vai BARI ora tocca a noi
E quindi quando andrà a giocare fuori casa i giocatori andranno con le loro macchine e non si faranno la doccia.. vabbè meglio di niente è….
Avanti Bari ??
Mamma Mia …quante restrizioni assurde. Precauzioni si, caurrle si, ma tutta questa paura di contagi No.
Bisogna ripartire con coraggio,altrimenti chiudiamo tutti che è meglio.
Se gli ambienti sono puliti,sanificati e igienizzati forza si parte.
La vita continua.