Il presidente della Figc ribadisce la sua ferma volontà di portare avanti i campionati

Mentre in alcune nazioni come Belgio e Francia i governi hanno posto definitivamente fine ai rispettivi campionati di calcio, in Italia ancora si discute sull’eventuale ripresa. Da una parte c’è il governo con le sue certezze, dall’altra il fronte compatto della Lega Serie A, intenziona a riprendere, col supporto della Figc che ha fatto stilare un protocollo medico-scientifico per la ripresa degli allenamenti.

La posizione della Federcalcio è stata ribadita dal presidente Gabriele Gravina, intervenuto nel corso del primo meeting online dell’Ascoli Calcio ‘Crescere Insieme’: “Tenuto conto del suo impatto altamente sociale nel nostro Paese spero che il mondo del calcio possa ripartire con minori individualismi. Piano B in caso di stop definitivo? Il mio senso di responsabilità mi porta ad avere più di un piano B, ma se esso deve far rima con ‘è finita’ dico che, finché sarò Presidente della Figc, non firmerò mai per il blocco dei campionati, perché sarebbe la morte del calcio italiano”.

Gravina ha poi quantificato i danni che subirebbe il calcio con lo stop definitivo: “Con la chiusura totale il sistema calcio perderebbe 700-800 milioni. Se si giocasse a porte chiuse 300 e si ripartisse a porte aperte la perdita ammonterebbe a 100-150 milioni, quest’ultima ipotesi, tuttavia, non è percorribile. Io sto tutelando gli interessi di tutti, quindi, ripeto, mi rifiuto di mettere la firma ad un blocco totale, salvo condizioni oggettive, relative alla salute dei tesserati, allenatori, staff tecnici e addetti ai lavori, ma qualcuno me lo deve dire in modo chiaro e mi deve impedire di andare avanti” ha aggiunto Gravina.