I due club di Serie C tra i più fermi nel ribadire la contrarietà alla quarta promozione in B stabilita tramite sorteggio
Il destino dei campionati di calcio, specialmente quelli delle serie minori, sembra essere ancora avvolto nel mistero. Se la Serie A, infatti, in un modo o nell’altro appare avviata verso la ripartenza (soprattutto per motivi economici, che spaziano dai diritti televisivi ad una maggiore capacità economica che consentirebbe ai club di adempiere ai dispendiosi protocolli sanitari anti-covid), per la B e la C i discorsi riguardanti l’immediato futuro appaiono ancora nebulosi.
In Serie C, categoria composta da 60 squadre, la spaccatura tra i club che vivono realtà diverse (si pensi a quelli delle zone più colpite o anche semplicemente alla differenza di budget con alcune corazzate come Monza, Bari e Reggina) è ancora evidente. C’è chi senza incassi non vuole (o in alcuni casi non può) più andare avanti, chi invece preme affinché sia dato un senso ad una stagione che ha comportato investimenti importanti, in prima fila il Bari che ha investito diversi milioni di euro per allestire una squadra che potesse puntare alla B.
Come riporta Repubblica, tuttavia, i galletti – che hanno già diffidato la Lega Pro – non sono soli in questa battaglia: a perorare la stessa causa del club biancorosso ci sarebbe anche il Carpi (terzo nel Girone B). Entrambi i club spingono per un playoff a 8 squadre a eliminazione diretta, da disputare in una sede neutra che potrebbe essere Coverciano, soluzione che potrebbe essere valutata nell’Assemblea di Lega Pro del 4 maggio.
