Il numero uno della Lega Pro ha parlato della ripresa degli allenamenti condizionata dai numeri del virus
Nelle ultime ore le dichiarazioni di Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’istituto superiore della sanità, il quale ha detto che allo stato attuale sconsiglierebbe una ripresa dei campionati di calcio, hanno addensato ulteriori nubi sulle prospettive di tornare in campo tra maggio e giugno.
Sulla questione, è intervenuto anche Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, che ha parlato sulle frequenze di Radio Rai 1 durante la trasmissione Zona Cesarini: “Fosse per me tornerei a giocare anche domani, e questa è la speranza che nutre ognuno di noi. Significherebbe che il paese è meno in sofferenza. La situazione è ancora in divenire”. E sulla possibilità di riprendere il campionato: “C’è una catena di comando precisa: autorità scientifiche e sanitarie, Governo, CONI, FIGC e in ultimo noi come leghe, ma bisogna fare i conti col maledetto virus che gira per l’Italia. Fin quando non lo avremo sconfitto, e non ci sarà un farmaco che ci aiuterà in questo, non possiamo avere la responsabilità di far tornare in campo i ragazzi”.
La preoccupazione di Ghirelli, da sempre convinto del valore sociale dello sport e in particolare del calcio, è che la spinta del mondo del calcio per tornare in campo possa risultare inopportuna davanti al dolore della gente: “Di fronte alla gente che soffre, è necessario stare in silenzio. Siamo lo sport più popolare, stiamo nelle pieghe della società, dobbiamo capirne il dolore evitando conflitti e discussioni. Quello che abbiamo fatto in queste settimane, come calcio, non ci ha di certo avvicinato alla gente. Siamo apparsi spocchiosi… Mentre le persone possono a malapena camminare intorno alle proprie abitazioni noi parlavamo di allenamenti”.
Cosi il calcio chiude
Campionato finito..pensate alla prossima stagione