Il fratello del centrocampista biancorosso racconta le doti e lo spirito del giocatore, piedi raffinati ma anche uomo spogliatoio
Pronti via, Karim Laribi in campo. Appena arrivato a Bari, il centrocampista ex Empoli è stato schierato a sorpresa da Vincenzo Vivarini nella formazione titolare contro la Sicula Leonzio. “Giusto farlo giocare titolare: Karim è passato dalla B a una piazza importante come Bari ed è giusto che si immergesse subito in questa realtà. Ci siamo sentiti nella mattinata della partita per messaggio, in genere ci sentiamo al telefono dopo la partita. Era molto tranquillo e carico, non vedeva l’ora di esordire”, ha detto Omar, fratello di Karim Laribi, questa mattina ai microfoni di Radio Selene.
Esordio più che positivo per il centrocampista tunisino la cui trattativa è stata lunga e complicata: ” Tutto si è sbloccato nella giornata di domenica 19. – confessa Omar – All’inizio lui non sapeva niente e nemmeno io: molte notizie arrivavano dai media, ma lui aspettava in silenzio. Se lui è contento lo appoggio in tutto e per tutto. Mi ha detto che avrebbe giocato con il Bari e io in questo gli ho subito dato tutto il mio supporto, perché è un Bari che gioca per vincere. C’è un bel clima e lui lo ha percepito. La categoria fa la differenza, è vero, magari si gioca in campi particolari perché si è meno abituati a un certo tipo di tifo e di trasferte. Bari deve aspettarsi da Karim un giocatore che non molla mai e che dà sempre tutto. Ma lui è un elemento importante in un gruppo, incoraggia tanto i più giovani e vive la squadra in maniera positiva”.
Come Karim, anche Omar ha provato a intraprendere la carriera da calciatore. Strade poi che si sono separate con il primo che ha calcato campi importanti e Omar che gioca attualmente in Serie D nel Fanfulla: “Io e Karim siamo cresciuti nei campetti dell’oratorio vicino casa: il nostro è un rapporto viscerale, da piccoli abbiamo sempre giocato insieme. – racconta Omar – Abbiamo anche condiviso l’esperienza nelle giovanili dell’Inter. Poi Karim ha avuto la possibilità di andare in Inghilterra, è lì che ha cambiato posizione. All’Inter era un terzino destro con il vizio del gol, in Inghilterra gli hanno cambiato posizione ed è diventato il giocatore che è adesso: un trequartista-incursore, che assicura qualità ma corre anche tanto. All’inizio lui diceva che ero io il più bravo. Indubbiamente era così (ride, ndr). Scherzo, se lui è stato in A e io sono fermo alla D ci saranno dei motivi. Non lo invidio assolutamente, se lui può calcare certi campi è perché ha doti diverse dalle mie”.