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Rassegna stampa: “Bari credici fino alla fine, parola di Regalia”

L’ex direttore generale biancorosso, intervistato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, spinge i galletti: “La Reggina non è irraggiungibile”

Carlo Regalia ed il Bari: un amore senza fine. Il manager di Gallarate ha trascorso davvero una vita con i biancorossi prima da allenatore (1972-74), quindi da direttore sportivo (dal 198 all’83), infine da direttore generale dal 1993 al 2003.“Tifo per il Bari sempre e comunque”, afferma. “Non solo per le enormi soddisfazioni professionali ottenute, ma anche perché è una piazza che ti entra nel sangue. Il popolo biancorosso ha davvero sofferto troppo: spero che il 2020 sia l’anno del definitivo rilancio”, ha dichiarato alla Gazzetta del Mezzogiorno. “C’è un intero girone di ritorno da giocare”, afferma. “E’ vero: la distanza dalla Reggina è notevole, ma non incolmabile. La sfortuna del Bari è stata proprio trovare un complesso che non perde un colpo. Ma attenzione: anche ai calabresi potrebbe capitare di perdere qualche punto per strada. E magari ritrovarsi con i biancorossi che inseguono a quattro o cinque punti potrebbe generare ansie difficili da gestire. Il giudizio sulla prima parte di stagione è più che buono. Qualche stento iniziale è compensato dall’ottima striscia utile centrata da Vincenzo Vivarini. 14 risultati utili di fila hanno un significato preciso: la squadra ha trovato equilibri e stabilità. Il presupposto ideale per un girone di ritorno ad alta intensità”.

Da esperto di mercato, analizza le prospettive della sessione invernale. “Non penso proprio che sia necessaria una rivoluzione data la costanza di rendimento. Dato che Vivarini è entrato in corsa, magari chiederà qualche elemento che incarni il suo calcio. A gennaio c’è meno scelto rispetto alla campagna trasferimenti estiva ed io sono sempre stato di un’idea: non si deve comprare per riempire, ma solo se si può realmente migliorare un complesso con elementi funzionali ad un determinato progetto. Paradossalmente è meglio anche un investimento corposo su un profilo che ti fa fare il salto di qualità e magari sia utile pure in futuro, anziché riempire la rosa con giocatori destinati ad avere poco spazio Se poi gli interventi non bastassero per arrivare primi, allora sarebbe fondamentale blindare il secondo posto attuale per affrontare i play off nel miglior modo possibile e con il minor numero di gare. E in tal frangente sarà determinante il pubblico: un San Nicola con 50mila spettatori sarebbe il più forte dei top player”.

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