La Gazzetta del Mezzogiorno analizza i fattori che hanno condotto ai 14 risultati utili dei galletti.
Quattordici risultati utili, ripartiti in nove vittorie e cinque pareggi: ecco i dati che certificano la bontà della gestione di Vincenzo Vivarini da tecnico del Bari. La Gazzetta del Mezzogiorno analizza i tre capisaldi della rivoluzione portata dall’allenatore abruzzese. Innanzitutto, la difesa ha trovato solidità. Non a caso, la retroguardia barese è la seconda meno battuta del girone C con 13 gol al passivo (come il Potenza e dietro la sola Reggina che ne ha incassato dieci). Non solo. La porta è rimasta inviolata in ben nove occasioni su 14. Sabbione e Perrotta sono gli unici sempre presenti dell’intera rosa dei galletti: in coppia, sono anche riusciti a rimpiazzare l’assenza di capitan Di Cesare a Caserta. In più, ecco le buone indicazioni provenienti da Costa che in Campania se l’è cavata egregiamente da terzino puro.
Il possesso palla era un altro dei talloni d’Achille del Bari. Anche su questo fondamentale, l’allenatore originario di Ari ha trovato una soluzione proponendo una mediana con Bianco vertice basso, Hamlili e Schiavone mezzali. Ha utilizzato, quindi, gli elementi più votati all’impostazione: la squadra ne ha beneficiato in sicurezza, le occasioni da rete sono aumentate ed il 4-3-1-2 ha trovato la sua piena applicazione. Vivarini, infine, spera di aver trovato in Simeri-Antenucci i nuovi gemelli del gol. Il tandem finora ha prodotto ben 19 reti, con il 35enne molisano vicecapocannoniere del girone a quota 13 ed il napoletano a sei. Prima dell’avvento del nuovo coach, Antenucci aveva segnato soltanto tre gol su rigore e Simeri era finito ai margini del progetto biancorosso. Oltre le due punte, l’’intero reparto è decollato: con 33 gol, la prima linea dei galletti è sul podio del raggruppamento C, dietro Reggina (42) e Vibonese (37).
