La Gazzetta del Mezzogiorno ha intervistato l’ex talento che poteva ripercorrere le orme di Cassano. Il fantasista, oggi al Lecco, presenta così il suo derby appulo-lucano.
In tanti pensavano che potesse essere il nuovo Cassano. Invece, a Nicola Strambelli non è bastato brillare in B con il Bari a soli 20 anni e meravigliare a 23 l’Olimpico di Roma. E passato da tanta polvere nelle categorie minori e, oltre la maglia biancorossa, ha vestito anche quella del Potenza. Oggi milita nel Lecco, ma La Gazzetta del Mezzogiorno lo ha intervistato sul “suo” derby appulo-lucano che prenderà vita domenica al San Nicola.
“Amo il Bari e l’ho sempre vissuto da tifoso e calciatore nei più grandi palcoscenici”, dice Strambelli. “La C fa male, ma è un passaggio necessario in un progetto che porterà ad una veloce risalita. In tal senso, però bisognerà inquadrare la sfida al Potenza per come la descrive la classifica: uno scontro diretto che non si può fallire. Temevo che il Bari rischiasse di non dominare il torneo. Ma la squadra sta trovando la sua quadratura e alla lunga emergerà. Il Potenza fin dallo scorso anno aveva gettato le basi per costruire un complesso ambizioso ed ora si sta affermando in un girone complicatissimo. Sono comunque convinto che i biancorossi, affinando l’intesa e magari con qualche ritocco sul mercato, giocheranno un girone di ritorno a marce altissime fino a contendere il primato alla Reggina“.
Spazio quindi ai ricordi con i galletti. “Il Bari – racconta Strambelli – mi ha lasciato sulla pelle emozioni incancellabili. Aver lavorato con Antonio Conte, i brividi del San Nicola. L’accostamento con Cassano? No, Antonio è unico. La stagione passata c’è stato un approccio per tornare, ma non il discorso non si è concretizzato. Il trequartista è il mio ruolo ed oggi il modulo adottato da Vivarini lo prevede, ma se arrivasse una chiamata mi adatterei a qualsiasi posizione. Vestire ancora quella maglia non è un sogno, ma il mio obiettivo. Ho 32 anni, ma ancora tanto da dare”.