Da un’intervista rilasciata dal presidente del Potenza emergono curiose differenze nella gestione tra le due società
Rispetto alle previsioni di inizio anno, in cui tutti davano il Bari come la squadra da battere nel Girone C, la realtà racconta di una Reggina inarrestabile con 10 punti di vantaggio sui galletti. A precedere la formazione biancorossa, tuttavia, non ci sono soltanto i calabresi e la Ternana, ma anche formazioni meno blasonate e attrezzate (almeno sulla carta) come Potenza e Monopoli.
Sulle pagine dell’edizione odierna di Tuttosport c’è una lunga intervista a Salvatore Caiata, presidente del Potenza, prossimo avversario dei galletti nella sfida di domenica 8 dicembre in cui il patron dei lucani racconta alcuni passaggi interessanti relativi alla gestione del club che si differenzia dal solito a partire dall’assenza della figura di un ds.
“Operiamo di fatto senza l’ausilio del direttore sportivo – spiega Caiata -. Lavoro a stretto contatto con l’allenatore e quindi portiamo i giocatori in base alla funzionalità del progetto tattico. C’è un grandissimo rapporto di stima tra me e il mister e decidiamo insieme praticamente tutto. Devo ammettere che è molto divertente. Credo che quando un club dà fiducia a un tecnico ritengo sia giusto metterlo nelle condizioni di disporre dei giocatori che siano in linea con il suo modulo tattico”.
“Individuiamo le caratteristiche del giocatore che ci serve – prosegue Caiata -. Poi insieme al nostro match-analyst che fa anche operazione di scouting ci guardiamo i profili con quelle caratteristiche e quindi io lavoro per portarli al Potenza”. Una gestione meno strutturata rispetto all’ordinario ma non per questo meno efficace e che oltre all’attuale secondo posto in classifica ha consentito al Potenza di trovare calciatori come Antonio Isgrò, pedina fondamentale nello scacchiere di mister Raffaele: “È un ragazzo che abbiamo portato dall’Eccellenza e che sta facendo un campionato eccezionale nel ruolo di attaccante esterno destro. In una delle ultime partite ha realizzato un gol e due assist. Ha delle movenze che paiono quelle di un furetto a livello di Champions League”.
Tutt’altro approccio a Bari, dove il budget per il calciomercato è nettamente più alto e del tutto imparagonabile a quello dei rossoblu. La differenza maggiore, tuttavia, consiste nel fatto che le pedine da mettere a disposizione del tecnico sono state scelte ‘in remoto’. Sì, perché già dalla passata stagione in cui i galletti militavano in Serie D, a prendere le decisioni sul mercato è il duo-ombra composto da Cristiano Giuntoli e Giuseppe Pompilio, che agisce avvalendosi della collaborazione del club manager biancorosso Matteo Scala (quest’ultimo sta completando il percorso da ds ndr). Grazie alla grande rete di contatti e scout dell’ex ds del Carpi e soprattutto alla doppia proprietà della famiglia De Laurentiis, che consente di attingere anche a giocatori (principalmente giovani) di proprietà della SSC Napoli.
Il club biancorosso può annoverare nella sua rosa tanti calciatori che hanno calcato i campi di categorie superiori, dalla Serie A (si pensi ad Antenucci, Costa, Frattali, Di Cesare) alla Serie B (ad esempio Scavone, Schiavone, Bianco), o da alcuni dei migliori elementi della Serie C (come l’ex Catanzaro D’Ursi) e che hanno richiesto investimenti importanti. Il Potenza, invece, ha nomi meno altisonanti (tra i più celebri c’è Emerson, centrale goleador che vanta diverse stagioni in A e B col Livorno) ma sta dimostrando un’ottima coesione di squadra. Domenica questi due modelli molto diversi di fare calcio verranno messi a confronto al San Nicola e sarà molto interessante capire chi avrà la meglio con il campo a fare da giudice supremo.
